News
Sulle orme di Abramo…
“Alla fine del mese di giugno, noi Apostole di Gesù Crocifisso, abbiamo svolto i nostri esercizi spirituali annuali a San Giovanni Rotondo. Pare che sia diventata una tradizione ritrovarci tutte insieme al “Cenacolo di S. Chiara” che, è una vera “casa di esercizi spirituali” in quanto offre, ai suoi ospiti, la possibilità di un ristoro nel corpo e nello spirito. Anche la temperatura è stata ideale, abbiamo goduto la bellezza della natura grazie al fascino delle piante e dei fiori di cui abbonda il giardino circostante… e, tutto ci parlava dell’armonia e dell’equilibrio del creato. In questo meraviglioso contesto abbiamo seguito le meditazioni del p. Gianfranco Barbieri il quale ci ha invitato ad indossare le ciabatte di Abramo per scoprire il disegno di Dio per noi. E’ stato davvero toccante percorrere, insieme a questo grande pioniere della fede, le tappe che lo hanno portato all’ascesi spirituale. Per rendere più palpabile il mio racconto, vorrei condividere con voi una delle meditazioni che mi ha maggiormente colpito.
Quando si racconta nel libro della Genesi ai cap.12-13 la vocazione di Abramo, colpisce immediatamente la sua prontezza nel lasciare tutto: la sicurezza del clan tribale, per affidarsi a un Dio ignoto; la credenza alle divinità, per obbedire ad un Dio di cui non conosce il nome… insomma la sua identità. Abramo diffida di sé e si mette in cammino senza conoscere la destinazione; accetta la fatica del viaggio nonostante l’età avanzata. L’unica cosa di cui Abramo è sicuro, è la promessa di Dio e la Sua Parola. A questo punto ho preso in considerazione il fatto, che capita un po’ a tutti quanti, che quando per servire il Signore ci troviamo di fronte ad una situazione che richiede il sacrificio della nostra volontà, la rinunzia ai nostri progetti, ci scoraggiamo, oppure aderiamo ma… di malavoglia. Ma chi di noi pensa, non a ciò che si lascia ma a cosa si riceve?
Sentiamo cosa il Signore disse ad Abram:“… Farò di te un grande popolo e ti benedirò, renderò grande il tuo nome e diventerai una benedizione… Alza gli occhi e dal luogo dove tu stai spingi lo sguardo verso il settentrione e il mezzogiorno, verso l’oriente e l’occidente. Tutto il paese che tu vedi, io lo darò a te e alla tua discendenza per sempre. Renderò la tua discendenza come la polvere della terra: se uno può contare la polvere della terra, potrà contare anche i tuoi discendenti. Alzati, percorri il paese in lungo e in largo, perché io lo darò a te”. (Gen 12,2 ; 13, 14-17)
La figura di Abramo cosa porta di nuovo alla nostra vita? Prima di tutto che ci si può fidare di Dio, Lui non toglie nulla alla nostra libertà anzi ci arricchisce, e, in modo sproporzionato. “Abram era molto ricco in bestiame, argento e oro… ma anche Lot, che andava con Abram, aveva greggi e armenti e tende; e, il territorio non consentiva che abitassero insieme…” (Gen 12, 2.5-6). Il Signore, in più, ci fa diventare una benedizione gli uni per gli altri; e il sentirsi dire: la tua vita è una benedizione per me, non è il più bell’augurio?
Sr Renata Elisabetta Murias
“Da Abram ad Abramo: i passi della fede” è stato il tema guida del nostro corso di esercizi spirituali, predicati da Padre Gianfranco Barbieri. Questi esercizi sono stati di una ricchezza e profondità incredibili, certamente difficili da poter esprimere in poche righe. E’ stato molto interessante ed impegnativo cercare di metterci nelle “ciabatte di Abramo”, per scoprire come lui abbia fatto a trovare Dio lasciandosi guidare dalla sua Parola. Approfondire il cammino di fede di Abramo guidati dal libro della Genesi dai capitoli 12 a 25 è stato un grande dono di Dio che mi ha arricchita tanto. Riflettere sul cammino interiore nella ricerca continua di Dio e della Volontà di Dio che Abramo ha vissuto, ha ravvivato in me la convinzione di quanto sia importante obbedire con slancio, prontezza e fiducia affinché si realizzi anche nella nostra vita la meravigliosa “Promessa” di Dio… Dio è fedele e non viene meno al suo patto d’alleanza. E’ solo la forza che scaturisce dalla sua Parola e dall’Eucaristia che rafforza la mia fede per credere come ha fatto Abramo. Allora sì, grazie ai contenuti che la Parola mi dona, potrò anch’io “alzare lo sguardo” verso il cielo per non farmi incatenare dalla cupidigia.
E’ bello avere il coraggio di puntare alto verso la Santità, non perdendo mai di vista che l’elezione da parte di Dio a seguirlo, è esigente. Questo richiede certamente impegno e fedeltà soprattutto nella fatica di credere e nelle difficoltà che il pellegrinaggio di questa vita terrena ci riserva. E’ proprio vero che, non perdere di vista la meta cioè il paradiso, l’unione eterna con Gesù nostro Sposo, la realizzazione della vita divina in noi e la certezza che Dio è l’Onnipotente, è il Dio dell’impossibile, può aiutarci a superare le difficoltà proprio quando sembrano insormontabili.
Per questo è importante come ha potuto sottolineare Sua Eccellenza Mons. Castoro nell’omelia a chiusura del corso degli esercizi, approfondire la Parola di Dio per essere fari di luce e di speranza per i nostri fratelli, attingendo continuamente alla sorgente d’acqua viva : l’amore di Cristo. Così diventeremo noi stesse sorgenti d’acqua viva per portare agli altri il grande amore che il Signore ci ha fatto sperimentare… Amore grande che si diletta della nostra fiducia in Lui… perciò non ci resta altro da fare che FIDARCI DI LUI SEMPRE!
Sr Clara Veronica Cacciapaglia
Gli esercizi spirituali di quest’anno sono stati per me particolari. Sentivo la necessità di combattere per poter trovare il Signore. Invece è stato Lui stesso a visitarmi con la sua Parola e anche per mezzo del Padre predicatore e della mie consorelle. Ho cercato di non lasciare sfuggire nessuno dei lumi che il Signore si degnava di donarmi.
Seguendo l’itinerario di fede di Abramo ho scoperto che anch’io sto camminando sui suoi passi. Durante il tempo degli esercizi, mi sono arricchita di tanti bei pensieri e vorrei riportare quello che mi ha colpito particolarmente.
Dio chiese ad Abramo di lasciare tutte le sue sicurezze, la sua patria, la posizione che aveva e poi di abbandonarsi al Signore in modo totale, senza pretese. Infatti Abramo è stato chiamato il Padre dei credenti perché “ebbe fede sperando contro ogni speranza” (Rm 4,18). In Gn 17,1 l’autore biblico riporta la domanda che Dio fece ad Abramo: “Cammina davanti al mio volto e sii tutto completamente con il tuo Dio”. E’ questo il versetto che mi ha colpito in modo speciale perché invita a vivere l’intima unione con il Signore nella nostra vita quotidiana. Questa unione deve essere radicata nel rinnegamento di noi stessi, nel riconoscimento della propria piccolezza davanti all’Onnipotenza di Dio, che è il nostro Padre. Il predicatore spesso ripeteva la domanda: “Dio è affidabile?”. Certo! Dio è Onnipotente, è il Padrone dell’universo e vuole anche essere la Guida della nostra vita; ha bisogno però del nostro “sì” generoso e filiale alla sua volontà.
L’altro concetto che mi ha colpito è il fatto che Gesù si è fatto il Servo di Jahvé “il quale, pure essendo di natura divina, non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio, ma spogliò se stesso, assumendo la condizione di servo e divenendo simile agli uomini; apparso in forma umana umiliò se stesso” (Fil 2,6-8a). Allora Gesù Cristo, il Re della gloria si è umiliato per diventare uno di noi. Proprio questo è il secondo pensiero che stavo meditando durante gli esercizi. Sento in me il desiderio di conoscere meglio il Cuore di Gesù, Servo di Dio che si è fatto nostro Servo, anche se è il Signore. Lui, “mite ed umile di cuore” ha rapito il mio cuore per farlo innamorare di umiltà, perciò mi sono fatta il proposito di esercitarmi in questa virtù per poter diventare sempre più simile al mio Maestro. Questi a chi vuole imitarlo chiede di diventare “l’ultimo di tutti e il servo di tutti”. Questo mi affascina. Meditare per imparare in quale modo Gesù servì i fratelli, con quale amore e delicatezza si accostava a loro. Noi, religiose, siamo al servizio di Dio, però concretamente serviamo i fratelli bisognosi, le consorelle. Mi sono posta la domanda: “Con quali sentimenti e atteggiamento del cuore servo gli altri?”.
In questo modo il servizio per amore, l’umiltà e l’abbandono in Dio sono i frutti che vorrei coltivare dopo questo tempo dei Santi Esercizi. San Paolo dice: “So a chi ho dato la mia fiducia”, così anche Abramo e tanti santi si sono fidati di Dio e non sono rimasti delusi. Perciò invito tutti a provare ad esercitarsi nella piccolezza spirituale, nell’umiltà e nel filiale abbandono all’amoroso piano di Dio. Insieme con Lui tutto possiamo perché è Lui che ci dà la forza (cfr. Fil 4,13). Affidiamoci alla potente intercessione di Maria Santissima, la prima che in modo perfetto dopo Gesù ha realizzato nella propria vita il volere di Dio. Facendosi l’Ancella, dal latino la “Schiava” del Signore, è stata da Lui esaltata e noi oggi possiamo godere i frutti della sua fedeltà.
Sr Maria Olga Kanafa
I commenti sono disabilitati