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Magnificenza della Gerusalemme celeste
“L’angelo mi trasportò in spirito su di un monte grande e alto, mi mostrò la città santa, Gerusalemme, che scendeva dal cielo, da Dio, risplendente della gloria di Dio. Il suo splendore è simile a quello di una gemma preziosissima, come pietra di diaspro cristallino… Le mura sono costruite con diaspro e la città è di oro puro, simile a terso cristallo”( Ap 21,10-11.18)
Quando vidi per la prima volta la nuova cripta di san Pio mi venne in mente proprio questo brano della Bibbia. Tra l’altro mentre mi trovavo lì, ho sentito dalla bocca di un bambino, che evidentemente ha avuto una impressione simile alla mia, queste parole pronunciate con semplicità: “Senza morire ho visto il Paradiso”.
E’ passato ormai più di un mese dalla solenne traslazione dell’urna, che contiene il corpo di san Pio da Pietrelcina, da quella che era la sua tomba, ora vuota, alla chiesa inferiore, dove possiamo contemplarlo in una dimora veramente gloriosa.
Come ha spiegato l’autore dei mosaici, padre M.I.Rupnik, nella sua profonda e bellissima catechesi che ha tenuto in preparazione all’evento, Padre Pio è ormai in Cristo; il suo sarcofago è stato collocato nella ferita del costato di Cristo.
Certamente un pellegrino occasionale o un devoto abituato a frequentare i luoghi tradizionali, all’ impatto con una realtà cosi diversa, può avere difficoltà nel cogliere il significato e la bellezza di questa nuova dimora. Perciò prima di arrivare a toccare l’urna del nostro grande santo (cosa fino a poco tempo fa impossibile) occorre rallentare il passo e con attenzione, nel silenzio fare “il cammino dell’uomo nuovo”. A questo scopo servono i mosaici del corridoio che conduce alla nuova cripta: sull’esempio di san Francesco e di san Pio il cristiano deve far morire in se stesso la vita naturale del peccato e, lottando contro il male, risorgere alla vita nuova. Questa vita iniziata nel battesimo deve svilupparsi e crescere per arrivare alla piena maturità di Cristo. A questo scopo, (non per fare la pubblicità, ma per essere aiutati a capire il profondo significato dei mosaici), è bene avere il libretto di padre Rupnik o una guida.
Quando finalmente si arriva alla porta della nuova cripta si rimane in un certo senso abbagliati dallo splendore e dalla luminosità dell’oro. Non meravigliamoci! Intanto perché tutto quest’oro è dono “ex voto” dei fedeli per le grazie ricevute per intercessione di san Pio, e poi perché anche Gesù ha gradito il gesto di Maria che “sprecò” versando sui suoi piedi il vaso di olio profumato di vero nardo! (cfr.Gv 12,1-11) Inoltre nel cap. 25 dell’Esodo si trovano tutte le prescrizioni e indicazioni che Dio stesso diede a Mosé su come doveva costruire e rivestire la Dimora e i suoi arredi (dovevano essere rivestiti di oro puro). Lo stesso fece il re Salomone nella costruzione del tempio a Gerusalemme(cfr. 2 Cr 3 e seguenti).
Come durante la vita terrena, anche adesso, padre Pio parla e indica il Vangelo e Cristo ; il Vangelo che per lui era la norma della vita, e Cristo con il quale ha formato una cosa sola. Infatti nella cripta, i mosaici, rappresentano le scene della vita di Gesù.
Attraverso la fessura della colonna che regge tutta la chiesa dedicata a san Pio, “tutta la clientela mondiale”, (espressione del papa Paolo VI), può toccare l’urna del santo. Questo gesto che, fa pensare a Tommaso al quale Gesù Risorto disse: “stendi la tua mano e mettila nel mio costato ; e non essere più incredulo ma credente!” (Gv 20,27) non può suscitare solo un’emozione o una richiesta ma deve rafforzare la fede e le altre virtù cristiane.
Concludo questa mia breve riflessione con le parole di san Pio che sono scritte, in alto, alla fine “del cammino dell’uomo nuovo”: “Confidate e sperate nei meriti di Gesù e cosi anche l’umile argilla diverrà oro finissimo nella reggia del Re dei cieli “.
Sr Maria Caterina Plezia
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