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L’icona nella mia vita
Un incontro, una chiamata: l’icona nella mia vita
La mia storia , il mio incontro con l’immagine dell’Invisibile è come la chiamata nella mia chiamata alla quale Dio mi ha preparato da tempo. E’ un incontro vivo che mi fa sperimentare la potenza di Dio nella mia impotenza. Lui si è rivelato a me in un altro modo tutto nuovo, aprendo gli occhi della mia anima ad una visione nuova, a ciò che è Lui e a ciò che sono io.
Vorrei tornare indietro, all’inizio del mio incontro; questo sembrerebbe del tutto casuale, ma in realtà è progettato da sempre nella mente Divina .
In una delle calde giornate di agosto parlavamo con la nostra madre quanto sarebbe stato bello imparare a scrivere le icone. Venivo attratta interiormente da questa conversazione e, anche se non avevo nessuna idea di come si tiene il pennello nella mano, ho espresso il desiderio di fare un corso d’iconografia. Il mio desiderio è stato esaudito e alla fine di novembre ho partecipato a un corso che si svolgeva a San Giovanni Rotondo diretto dal maestro Paolo Orlando. Sono stati sette giorni intensi, non solo per il lavoro ma, in modo particolare, per il mio spirito.
In questo tempo ho sperimentato la mia impotenza, l’incapacità ; ero l’ultima della classe e gli altri partecipanti venivano da me con un sorriso ironico e guardando la mia tavolozza trovavano consolazione, perché si rendevano conto di non essere gli ultimi, dato che lo ero io! Soffrivo per questo e nello stesso tempo riflettevo finché non ho confidato al maestro di essere troppo presuntuosa a pensare di riuscire nelle cose di cui non avevo la minima conoscenza. Sentivo che il mio orgoglio voleva prendere piede, soffrivo l’umiliazione, percepivo interiormente che Dio sconvolgeva tutto dentro di me. E’ stata dura la lotta tra me, il mio io e Lui. Il maestro con mia grande meraviglia mi ha tranquillizzata dicendomi che sono chiamata e che Dio vuole che io descriva il Suo volto, e non devo farlo io con le mie forze, ma è sempre Lui che deve servirsi della mia mano per esprimere la sua immagine nascosta nel mio intimo… A me solo spetta di obbedire a chi mi detta. Alla fine del corso sentivo che l’icona di Gesù Maestro faceva parte del mio intimo; l’immagine è uscita dal profondo del mio essere, generata nel travaglio, nel combattimento interiore. E’ stata una sensazione mai vissuta vedere il volto di Gesù che sta dentro di me, un’ immagine ancora molto imperfetta ma la sua perfezione dipende dallo stato interiore , dalla visione di Dio che uno ha nel proprio cuore .
Nonostante la mia incapacità c’era qualcosa di particolare, misteriosa, che attira lo sguardo di chi la vede, si, qualcosa di Divino.
E qui si comprende che un’ icona è vera quando è generata nel dolore, nella sofferenza, nella preghiera e, non ultimo, deve avere una benedizione particolare.
Da tre anni seguo questo cammino. E’ una chiamata, come già accennavo. Quando devo cominciare a scrivere un’ icona prego e medito sull’ argomento da trattare, porto la tavola al santuario della Madonna Nera e Le chiedo che sia Lei l’artefice ed imprima sulla tavoletta il volto di Suo Figlio.
Cerco di lasciarmi portare dallo Spirito di Dio nel suo lavoro, si! Nel “suo” perché qui sta la differenza tra un’ immagine semplice e un’ icona: nel fatto che non siamo noi, ma è lo Spirito Santo a descrivere il volto di Gesù. Noi siamo i suoi strumenti nella misura in cui ci lasciamo portare,ci apriamo alla sua grazia.
Ogni icona per me è una nuova scoperta di Dio e di me stessa e della mia impotenza di fronte alla Sua onnipotenza. Mi sento portata da una mano invisibile e alla fine mi stupisco io stessa di ciò che è stato compiuto; è per me sempre una nuova scoperta.
Il maestro sottolineava che non c’è bisogno di saper dipingere per essere iconografi, infatti è Dio stesso prende la mano della sua creatura e la usa per descrivere il suo volto. Si comprende come spesso, chi ha già esperienza nel campo del disegno o della pittura, ovvero, chi sa dipingere, spesse volte incontra difficoltà perché tende a mettere il proprio sapere al centro della sua opera, invece nell’ icona è Dio che vuole operare e trovare in noi lo spazio e la disponibilità necessarie per poter agire.
Chi è dunque un iconografo? E’ colui che gratuitamente è stato chiamato da Dio per una missione: servirsi della Sua creatura per arrivare alle anime e toccare i cuori attraverso la Sua immagine; e, per mano di chi è chiamato a scrivere il Suo volto, parlare al cuore di chi Lo incontra nell’immagine. Questa è una bellissima forma di apostolato che rimarrà nel tempo. Le nostre parole volano, l’immagine invece rimarrà nel tempo e continuerà a parlare.
Sr Maria Vittoria Sobonska
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