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IN ATTESA DELLA RISURREZIONE
La storia della salvezza culminante nel mistero pasquale di Cristo, diventa storia di ogni uomo mediante il battesimo che lo inserisce in tale mistero. Per questo sacramento infatti« siamo stati sepolti assieme a lui (Cristo) nella morte, affinché come Cristo fu risuscitato dai morti… così anche noi conducessimo una vita nuova » (Rm 6,4). Ciò spiega perché il battesimo ha tanto posto nella Liturgia della Veglia pasquale: nei testi scritturistici e nelle preghiere, specialmente nel rito della benedizione dell’acqua, dell’amministrazione del sacramento ai neofiti e infine della rinnovazione delle promesse battesimali. Celebrare la Pasqua significa « passare » con Cristo dalla morte alla vita, «passaggio» iniziato col battesimo, ma che deve essere attuato in maniera sempre più piena durante tutta la vita del cristiano. Se siamo stati uniti a lui (Cristo) con una morte simile alla sua dovremmo anche esserlo con una risurrezione simile alla sua. Non si tratta di belle espressioni, ma di realtà immense, di trasformazioni radicali operate dal battesimo e di cui i redenti sono troppo dimenticati, troppo poco consapevoli. Partecipare alla morte di Cristo vuol dire crocifiggere l’uomo vecchio, l’uomo del peccato; vuol dire morire con lui una volta per sempre al peccato e perciò morire ogni giorno alle passioni, alle inclinazioni al male, all’egoismo, all’orgoglio ; vuol dire secondo la triplice rinuncia delle promesse battesimali rinunciare sempre a Satana, alle sue opere, alle sue vanità.
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