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Festa patronale, oltre 500 pasti distribuiti a santermani bisognosi e ambulanti
L’iniziativa benefica, nata nel 2011 ad opera dell’Associazione Opere di Misericordia Apostole di Gesù Crocifisso-Onlus e che dal 2015 vede la collaborazione della Caritas cittadina, ha come scopo quello di offrire un pasto caldo nel giorno della festa patronale ai bisognosi di Santeramo e ai tanti venditori ambulanti presenti che vivono in condizioni disumane.
Storia del Santo
La vita di Sant’Erasmo è sospesa fra storia e leggenda poichè non possediamo fonti documentarie dirette che narrino con certezza gli eventi della sua esistenza terrena. Ciò che è certo è che egli è nato nel 3° secolo dopo Cristo ad Antiochia ed è morto, martire, nel 303, in seguito alle persecuzioni di Diocleziano. Di famiglia benestante, si narra che abbia studiato a Roma fin da piccolo e che la sua fede si forgiò, fortissima, fin dalla più tenera età. Intorno ai quarant’anni divenne vescovo di Antiochia. E qui la sua vita assume le tinte della leggenda: bisogna attingere alla “Passio” compilata nel VI secolo e che è sicuramente leggendaria. Qui si narra che quando scoppiò la persecuzione contro i cristiani da parte di Diocleziano e Massimiano, Erasmo era già vescovo. Per cercare di sfuggire alla persecuzione, si nascose per sette anni in una caverna del monte Libano. Ritornato in città con l’intenzione di affrontare anche la morte pur di diffondere la fede in Cristo, fu arrestato e condotto al tribunale dell’imperatore che, alternando lusinghe a tormenti, cercò di persuaderlo a sacrificare agli dei e a rinunciare alla sua fede; ma Erasmo fu irremovibile e rimase saldo nella fede e, perciò, fu rinchiuso in carcere. Liberato miracolosamente dall’intervento di un angelo, si recò nell’Illirico dove, in sette anni di infaticabile predicazione, convertì quattrocentomila persone. Arrestato di nuovo, stavolta per ordine di Massimiano, fu condotto a Sirmio dove, in segno di sfida, abbatté un simulacro e convertì altre quattrocentomila persone, molte delle quali furono uccise. Erasmo, dopo essere stato ancora tormentato orribilmente, fu rinchiuso in carcere. Fu liberato allora dall’arcangelo Michele che lo condusse a Formia, e qui, sette giorni dopo, spirò il 2 giugno 303, essendo stato martirizzato, pare, tramite eviscerazione (gli furono strappati gli intestini) e leggenda vuole che le visceri gli fossero legate ad un argano: il famoso dipinto di Poussin ritrae proprio tale scena per raffigurare il martirio del Santo.
Fu sepolto dal vescovo formiano Probo nella parte occidentale della città, nei pressi dell’anfiteatro (oggi teatro) e il suo corpo rimase in quel luogo fino alla traslazione nel castro di Gaeta. Trent’anni dopo le invasioni saracene del IX secolo, proprio a Gaeta, il vescovo Bono ed il patrizio Docibile, essendo state rinvenute le ossa nella chiesa di S. Maria del Parco, fecero erigere una chiesa (oggi Cattedrale) degna di cotanto santo.
La Passio si conclude con il ricordo dei miracoli che ancora al tempo di Gelasio avvenivano sia nel luogo dove era la prima tomba, a Formia, sia nel luogo, a Gaeta, dove trovò definitva sepoltura.
I successivi ritrovamenti archeologici hanno comunque confermato i dati storici della Passio. Gli scavi archeologici a Formia e Ochrida hanno restituito la tomba e il culto.
Il nome del Santo, Elmo o Elm, è frutto di una trasformazione nel corso dei secoli, soprattutto ad opera dei marinai, da Erm a sua volta derivato da Erasmo.
I monaci benedettini furono particolarmente legati al culto per il santo martire. Anche Gregorio Magno si interessò alla sua vita e aiutò la nascita della cattedrale formiana. Il culto è attestato lungo l’Appia ed è certamente la cultualità più antica: l’evangelizzazione di Erasmo potrebbe essere avvenuta proprio lungo la strada consolare.
Al tempo del Ducato di Gaeta (IX-XII secolo) Erasmo era stato proclamato patrono della città: il culto fu propagato via mare dai marinai e commercianti gaetani nei porti del Tirreno. Attorno ai santi patroni si identificava e consolidava la società cittadina. Durante il Medioevo il suo culto si consolidò e venne inserito tra i cosiddetti Santi ausiliatori quale patrono dei marinai e protettore dei malati di stomaco. La memoria liturgica si festeggia il 2 giugno.
Fu proprio tra i marinai che il nome di Sant’Erasmo si mutò in quello di Elmo ed ebbe un curioso seguito, ovvero le spettrali fiammelle che si vedono, o si vedevano un tempo, sugli alberi e i pennoni delle navi, prima o dopo tempeste di mare, e che sono dovute a scariche di elettricità statica: esse vennero chiamate comunemente fuoco di “Sant’Elmo”. Si volle, così, attribuire questo fenomeno alla protezione che il Santo sicuramente non avrebbe fatto mancare ai marinai, trasformando la loro nave a guisa di un grande candelabro, che alzava al cielo la richiesta della salvezza contro le
forze scatenante della natura.
Dal santo prende nome anche la bella isola di Sant’Erasmo, situata nella zona nord della laguna di Venezia.
Dal santo prende nome anche la bella isola di Sant’Erasmo, situata nella zona nord della laguna di Venezia.
Sant’Erasmo è il patrono di:
Castel Goffredo, in provincia di Mantova, dove è compatrono con san Luca Evangelista.
Civitella Messer Raimondo in provincia di Chieti.
Formia, dove è patrono con San Giovanni Battista.
Gaeta, dove è patrono con San Marciano.
Legnano, dove è patrono dell’omonima Contrada, una delle otto che ogni anno gareggiano nel palio.
Porto Ercole.
Roccagorga in provincia di Latina.
Santeramo in Colle, un comune della provincia di Bari gemellata con la città di Formia.
Succiano di Acciano in provincia dell’Aquila.
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