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Capodanno a Poznan
Alla fine del mese di dicembre ogni anno la comunità di Taizé si incontra con i giovani di tutta l’Europa per trascorrere gli ultimi giorni del vecchio anno e i primi del nuovo nella meditazione e nella preghiera per la pace nel mondo. Questa volta il luogo dell’appuntamento era la Polonia, a Poznan. Da molto tempo desideravo partecipare a questo incontro ma non mi è stato possibile per vari motivi, ora finalmente è giunto il tempo. Mi apprestavo, dunque a vivere un’esperienza del tutto nuova e bella. Ciò che più mi ha toccato sono stati i trentamila giovani di tanti paesi e culture diverse che si sono radunati nella preghiera di lode e di supplica cantando inni e salmi, meditando e contemplando la Parola di Dio. Chi crede di provare forti emozioni non le troverà, non c’erano canti forti e chiassosi, ma una preghiera che invitava alla riflessione da cui scaturiva naturalmente il desiderio del silenzio interiore che portava ad un clima di raccoglimento nonostante l’affollamento.
Gli incontri si svolgevano in centocinquanta parrocchie. Cominciavano alle otto del mattino con la celebrazione della Santa Messa a cui seguiva un momento di preghiera e il lavoro nei gruppi, poi tutti partivamo per Poznan dove consumavamo il pranzo per poi riunirci nuovamente nella preghiera e nella meditazione. Le conferenze erano su temi diversi che ciascuno poteva scegliere a seconda dei propri interessi. Il tutto si concludeva la sera con l’adorazione della Croce quando ci rincontravamo tutti insieme attorno al segno della nostra redenzione.
Sono molto contenta di questa esperienza, molto diversa della altre che ho fatto.
Vedere tutti questi giovani in silenzio, immersi nella preghiera, mi ha fatto riflettere su come spesso si sbaglia ad avere paura di proporre loro un incontro con Dio attraverso la preghiera, la meditazione e la Lectio Divina perché spesso pensiamo che possano stancarsi o che non siano in grado di capire e quindi si scelgono vie meno impegnative suscitando in loro le emozioni che sono come fuoco che brucia, si consuma e ci consuma e di cui rimane solo il fumo. Agli incontri di Taizé mi sono confermata nell’idea che la vera formazione si basa sulla preghiera e sulla meditazione della Parola di Dio: per trovare il volto di Dio questa è la via non ce n’è un’altra. Diceva uno dei fratelli della comunità, durante la meditazione, che noi siamo chiamati a rischiare per Cristo, perché Dio ha già rischiato facendoci liberi.
Se dovessi paragonare questi giorni a qualcosa, li paragonerei a un’iniezione endovenosa che fa il suo effetto con il tempo. Tanti giovani invece di passare il capodanno nelle feste mondane bruciando la fine dell’anno con la droga, con l’alcool e in tante altre scelte hanno voluto passare il tempo nella preghiera, in compagnia di Cristo cantando inni e cantici spirituali, pregando per la pace nel mondo e nei nostri cuori.
Vorrei chiedere loro: “Cosa vi ha attirato?” Lì non c’erano le stelle del mondo, i grandi personaggi, ma quella stella unica e vera, infinita che dona la pace e la vera gioia; che è la sola che sa trasformare ogni cuore ferito. E’ la stella di Cristo Signore che ha condotto trentamila giovani in preghiera a Poznan! Sono tornata contemplando nel silenzio ciò che ho sentito e “l’iniezione” di Gesù sta facendo pian piano il suo effetto. Questa è stata per me la prima tappa del mio viaggio perché da lì con alcuni giovani della GIFRA di San Giovanni Rotondo, con la loro guida Padre Nicola Monopoli, siamo andati a visitare alcuni tra i santuari più importanti della Polonia come quello della Madonna Nera a Czestochowa, della Divina Misericordia a Cracovia, Kalwaria Zebrzydowska e naturalmente Wadowice e Auschwitz, Wieliczka, abbiamo voluto fare tappa in questi luoghi per vedere e gustare i posti dove si recava Giovanni Paolo II. Nel rivisitarli ho compreso che la nostra storia, la mia storia, appartiene strettamente a Dio e che scriverla senza di Lui è come correre dietro il vento, come è avvenuto nei campi di concentramento dove l’uomo pensava di essere al di sopra di Dio, anzi di essere lui stesso dio.
In questa grande sofferenza i Re hanno consacrato la Polonia alla Madonna Nera incoronandola Regina della Polonia, è Lei che ha lo scettro in mano lì nel santuario di Jasna Gora. Ho riscoperto e apprezzato il nostro legame politico con la Chiesa che a volte non riuscivo a capire ma ora ho compreso che sono due cose unite, la nostra storia e la storia di Dio nella nostra storia, posso dire che sono orgogliosa dei tanti grandi personaggi che pur essendo stati grandi, hanno voluto fondare su Dio la loro vita non lasciandosi corrompere dal denaro e dalla fama. Adesso stiamo attraversando un periodo difficile ma sono convinta che la Madre di Dio non può abbandonarci e nel tempo giusto stenderà il suo scettro sulla nazione per darci ancora una mano. Del resto le nostre ferite, le ferite che portiamo nel profondo del nostro essere e che conosce solo Dio sono la porta attraverso la quale Lui può e vuole entrare. Spetta a noi aprirgli la porta del cuore rischiando tutto per Lui.
Sr Maria Vittoria Sobonska
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