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Benedetto XVI pellegrino a San Giovanni Rotondo
Domenica 21 giugno 2009 è stata una domenica particolare per San Giovanni Rotondo, perché ai milioni di visitatori, che giungono in devoto pellegrinaggio per venerare il corpo di San Pio da Pietrelcina e i luoghi dove è vissuto per cinquantadue anni, si è aggiunto un pellegrino di eccezione: Sua Santità Benedetto XVI, ultimo in ordine di tempo, ma non unico Papa ad essere salito sul Gargano a partire dal 493 quando vi giunse Gelasio I, che diede inizio ad una lunga serie di Papi pellegrini. La visita di Benedetto XVI, oltre che per la particolarità del visitatore, riveste un carattere di particolare rilievo perché, almeno in questo ultimo secolo, è difficile che due Papi visitino lo stesso luogo a distanza di ventidue anni. È ancora viva, infatti, nel ricordo la visita di Giovanni Paolo II il 23 maggio 1987, che abbinò anche il pellegrinaggio a Monte Sant’Angelo.
Il 18 settembre 2005, durante la preghiera mariana dell’Angelus dal balcone del cortile del Palazzo apostolico di Castel Gandolfo, ha testualmente detto: «Nella nostra epoca, spicca poi la figura di san Pio da Pietrelcina. Celebrando la santa Messa, egli riviveva con tale fervore il mistero del Calvario da edificare la fede e la devozione di tutti. Anche le stigmate, che Dio gli donò, erano espressione di intima conformazione a Gesù crocifisso».
Collocata, pertanto, in questa ottica, la visita di Benedetto XVI alle spoglie mortali di San Pio da Pietrelcina assume un rilievo tutto particolare: si è trattato di una giornata di particolare ricchezza di Grazia, di meditazione e di preghiera, che ha avuto il suo culmine nella visita al corpo di San Pio e, soprattutto, nella celebrazione della Santa Messa sul Sagrato della Chiesa di San Pio da Pietrelcina, con la recita della preghiera mariana dell’Angelus e nel pomeriggio con i due incontri: con gli ammalati e il personale medico e paramedico davanti all’ingresso monumentale di Casa Sollievo della Sofferenza e con il clero ed i giovani nella Chiesa di San Pio.
Durante l’omelia il Santo Padre, traendo lo spunto dal suo pellegrinaggio e dalla letture della domenica XII del tempo ordinario, ha delineato un intensa figura di Padre Pio, uomo di sofferenza, di amore e di preghiera.
Al termine della Santa Messa è seguita la recita della preghiera mariana dell’Angelus, in cui il Santo Padre ha messo in evidenza il grande amore che Padre Pio ha sempre nutrito per la Madonna e che ha caratterizzato ed improntato tutta la sua vita:
«Al termine di questa solenne Celebrazione, vi invito a recitare con me -come ogni domenica – la preghiera mariana dell’Angelus. Ma qui, nel santuario di san Pio da Pietrelcina, ci sembra di sentire la sua stessa voce, che ci esorta a rivolgerci con cuore di figli alla Vergine Santa: “Amate la Madonna e fatela amare”. Così egli ripeteva a tutti, e più delle parole valeva la testimonianza esemplare della sua profonda devozione alla Madre celeste. Battezzato nella chiesa di Santa Maria degli Angeli di Pietrelcina col nome di Francesco, come il Poverello di Assisi nutrì sempre per la Vergine un amore tenerissimo. La Provvidenza lo condusse poi qui, a San Giovanni Rotondo, presso il Santuario di Santa Maria delle Grazie, dove è rimasto fino alla morte e dove riposano le sue spoglie mortali. Tutta la sua vita e il suo apostolato si sono svolti dunque sotto lo sguardo materno della Madonna e con la potenza della sua intercessione. Anche la Casa Sollievo della Sofferenza egli la considerava opera di Maria, “Salute dei malati”. Pertanto, cari amici, sull’esempio di Padre Pio, anch’io oggi voglio affidarvi tutti alla materna protezione della Madre di Dio. In modo particolare la invoco per la comunità dei Frati Cappuccini, per i malati dell’Ospedale e per quanti con amore se ne prendono cura, come pure per i Gruppi di Preghiera che portano avanti in Italia e nel mondo la consegna spirituale del Santo fondatore».
Nel pomeriggio Benedetto XVI davanti all’ingresso monumentale di Casa Sollievo ha ricordato come l’amore di Dio, la carità ardente e il desiderio di sanare anime e corpi abbiano condotto Padre Pio ad erigere una opera di queste dimensioni. Nel primo anniversario dell’inaugurazione di quest’Opera, Padre Pio ebbe a dire che in essa “il sofferente deve vivere l’amore di Dio per mezzo della saggia accettazione dei suoi dolori, della serena meditazione del suo destino a Lui” (Discorso del 5 maggio 1957). Annotava ancora che nella Casa Sollievo “ricoverati, medici, sacerdoti saranno riserve di amore, che tanto più sarà abbondante in uno, tanto più si comunicherà agli altri” (ibid.).
E, per concludere, nell’incontro successivo con il clero e i giovani, nella Chiesa di San Pio, quasi ad additare, in rapida sintesi, quale debba essere il cammino da seguire alla sequela di Cristo, soprattutto ad inizio dell’anno sacerdotale, il Santo Padre ha additato il grande mezzo della preghiera, di cui si alimentò ininterrottamente tutta la vita spirituale di Padre Pio, con queste parole:
«C’è poi un altro grande insegnamento che possiamo trarre dalla vita di Padre Pio: il valore e la necessità della preghiera. A chi gli chiedeva un parere sulla sua persona, egli soleva rispondere: “Non sono che un povero frate che prega”. Ed effettivamente pregava sempre e dovunque con umiltà, fiducia e perseveranza. Ecco allora un punto fondamentale non solo per la spiritualità del sacerdote, ma anche per quella di ogni cristiano, ed ancor più per la vostra, cari religiosi e religiose, scelti per seguire più da vicino Cristo mediante la pratica dei voti di povertà, castità e obbedienza. Talora si può essere presi da un certo scoraggiamento dinanzi all’affievolimento e persino all’abbandono della fede, che si registra nelle nostre società secolarizzate. Sicuramente occorre trovare nuovi canali per comunicare la verità evangelica agli uomini e alle donne del nostro tempo, ma poiché il contenuto essenziale dell’annuncio cristiano resta sempre lo stesso, è necessario tornare alla sua sorgente originaria, a Gesù Cristo che è “lo stesso ieri e oggi e sempre” (Eb, 13, 8). La vicenda umana e spirituale di Padre Pio insegna che solo un’anima intimamente unita al Crocifisso riesce a trasmettere anche ai lontani la gioia e la ricchezza del Vangelo».
Non possiamo che terminare con un auspicio e un augurio: che la ricchezza degli insegnamenti del Papa possano germinare in ognuno di noi un santo desiderio di perfezione che ci conduca ad un’autentica conversione, preludio necessario per seguire la via della santità.
Angela Magda Bocchino
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