Passione di Gesù
4 aprile – Gesù suda sangue nell’orto del Getsemani
4 aprile
Gesù suda sangue nell’orto del Getsemani
Punto III – Dare uno sguardo generale ai peccati commessi durante tutta la vita, serve molto per suscitare il dolore; e questo è tanto più sincero, quanto più riconosciamo di aver offeso Dio che è degno di amore infinito. Quanto grande sarà stato dunque il dolore di Gesù nell’Orto, visto che Egli si considera reo dei peccati non di uno solo, ma di tutti gli uomini del mondo? Gesù soffre per ogni offesa che viene fatta a Dio in proporzione a quanto lo conosce e lo ama; ora, poiché la sua sapienza e il suo amore sono infiniti, infinito dovrà essere anche il suo dolore. Egli vuole espiare per i peccati di tutti e li ha presi sopra di sé, come se veramente fossero suoi, e visto che ha il potere di aumentare quanto vuole la sua sofferenza, si può ben credere che abbia misurato l’intensità del dolore con la gravità ed il numero di quei peccati.
Riflessione – Se si unisse insieme tutto il dolore di pentimento che hanno avuto, che avranno e che dovrebbero avere ora tutti i peccatori del mondo, sarebbe sempre poco se paragonato al dolore che ebbe Gesù.
Si legge che alcuni, per il dolore dei loro peccati, si siano sottoposti a penitenze molto dure e che altri sarebbero addirittura morti. Sotto il peso del suo dolore immensamente più intenso, come confermano l’agonia e il sudore di sangue, sarebbe morto in ogni istante anche Gesù, se la Divinità non avesse fatto continui miracoli per tenerlo in vita.
Anima mia, domanda a Gesù da dove gli venga tanta tristezza da farlo sudare sangue, e vedi come ne sia tutta irrorata la terra dove sta inginocchiato. Nell’attimo stesso in cui Egli si è rassegnato a dare il sangue per noi, immediatamente l’ha versato. E come è vero che l’ha sparso tutto per me, è altrettanto vero che quel sangue non mi sarebbe di alcuna utilità per il perdono dei miei peccati, se anch’io non ne provassi dolore; invece sono indifferente, anzi, neppure ci penso.
Colloquio – Per le cose di questo mondo il mio cuore si commuove molto facilmente, ma per le offese che ho fatto a te, Gesù, il mio cuore è insensibile e duro. Cambiamelo tu, o dammene un altro che non si rallegri e non si rattristi per le vanità della terra, ma che si arrenda soltanto al richiamo del tuo amore e si penta sinceramente di averti offeso. Alle volte mi pare di provarne dispiacere, ma è troppo poco; vorrei sentirne di più, perché i miei peccati non sono affatto pochi.
Ti scongiuro, Gesù mio, per il tuo preziosissimo sangue, fa’ che il mio dolore sia tale e tanto da poter essere considerato vero e perfetto.
Pratica – Rifletterò spesso su tutti i peccati della mia vita, dei quali mi pento poco, perché troppo poco ci penso. Prometto di pensarci di più e di ripetere: “Dio mio, quante, quante volte ti ho offeso!”.
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