Passione di Gesù
25 aprile – Punto IV – Gesù è preso nell’Orto dai suoi nemici
Gesù è preso nell’Orto dai suoi nemici
Punto IV – Pietro vede la mansuetudine e la carità di Gesù nel miracolo dell’orecchio reciso e subito guarito, ma non sa ugualmente né rassegnarsi né convincersi che il Figlio di Dio deve cadere nelle mani dei suoi nemici. La fede e l’amore di quest’Apostolo verso il suo divino Maestro è grande, perciò lo addolora troppo il pensiero che Egli debba morire. Ciò nonostante Gesù lo rimprovera, come aveva già fatto un’altra volta, e gli dice con dolcezza: “Non devo forse bere il calice che il Padre mio mi ha dato?”.
Riflessione – Per prima cosa dobbiamo osservare che il Salvatore chiama “calice” la sua Passione la quale, per la vastità e il sapore sgradevole, è paragonata dai Profeti ad un mare. La chiama così perché alla sua carità sembra poco tutto quello che deve patire; per la sua sete immensa, infatti, un mare di sofferenze non sembra altro che un piccolo calice, che Egli non vede l’ora di bere, come se fosse pieno di soavi dolcezze. Dare poca o nessuna importanza alle pene e alle fatiche è una caratteristica dell’amore; a Gesù, quindi, sembra dolce e desiderabile la sua Passione, proprio perché deve patire e morire per coloro che tanto ama.
Osserviamo inoltre che Gesù sceglie come simbolo della sua Passione un oggetto prezioso, poiché la considera un regalo gradito ricevuto dal Padre. E il pensiero che il Padre celeste ha disposto che Egli patisse non perché costretto, ma per una libera scelta dettata dalla carità, lo rinfranca talmente da fargli accettare la Passione, come se fosse un bellissimo calice d’oro pieno di dolce liquore. Anch’io nelle avversità devo comportarmi come Gesù: devo considerarle come favori, come grazie concesse dal Padre celeste e ripetere spesso e con affetto le sue parole: “Come potrò io non bere il calice che il mio divin Padre mi porge?”.
Benedetto sia Dio che è sempre Padre amoroso, sia quando toglie ai suoi figli il benessere e la gioia, sia quando li concede loro allo scopo di elevarli fino a sé.
Colloquio – Gesù, perdonami se non riesco a ripetere queste tue parole, né a comportarmi di conseguenza; io infatti non riesco ad accettare le avversità, perché penso che provengano dal destino o siano causate dalla cattiveria umana.
Padre Santo, tu che sei potenza, sapienza e bontà infinite, illumina la mia mente, accresci la mia fede ed infiamma il mio cuore, affinché mi ricordi di te nelle tribolazioni, le accetti dalla tua mano adorabile e le sopporti volentieri per la mia salvezza e la tua gloria.
Pratica – Ogni giorno succede qualcosa che ferisce il mio amor proprio; riuscirò a sopportare tutto con gioia se saprò adeguare la mia volontà a quella di Dio.
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