Passione di Gesù
30 marzo – Punto IV – Agonia di Gesù nell’orto del Getsemani
Agonia di Gesù nell’orto del Getsemani
Punto IV – È stato molto doloroso per Gesù il pensiero di dover perdere la sua preziosissima vita e ad aggravare questa pena interviene un altro motivo: la sua innocenza. Un malfattore che deve essere messo a morte si turba certamente, pensando che di lì a poco dovrà morire. Però riesce anche a rassegnarsi, aiutato dal rimorso che lo convince di aver meritato la morte con i suoi delitti. Non è così per un innocente, il quale si angoscia ancora di più, perché giustamente sa di non meritare quella condanna. Perciò quanto deve aver sofferto Gesù, visto che era in assoluto il più innocente degli uomini!
Riflessione – Gesù sa di dover morire non per i suoi peccati, ma per quelli del mondo, per i quali, come mallevadore, si è spontaneamente offerto per rendere soddisfazione alla giustizia divina. Ma questo non riesce affatto a consolarlo. Quando un vero debitore è costretto a pagare, si rassegna, perché dice tra sé: “Io ho fatto il debito, ed è giusto che sia io a saldare il conto”. È molto penoso, invece, per colui che garantisce per un altro dover dire: “Gli altri hanno fatto i debiti, ed io devo pagarli”. Ed è questa riflessione che accresce i dolori di Gesù; per patire di più Egli considera la morte non tanto come conseguenza della sua carità, quanto come il riscatto da Lui dovuto alla giustizia di Dio.
Colloquio – Guarda, anima mia, il tuo Signore proteso a terra, senza quasi più fiato, che respira a tratti come un moribondo. Il suo dolore non è paragonabile a nessun altro dolore del mondo. È impossibile non provare compassione per un innocente condannato a morte; io, invece, ne provo molto poca per il mio innocentissimo Salvatore, e così faccio aumentare i suoi patimenti. Infatti Egli stesso, per bocca del Profeta, si lamenta che non c’è proprio nessuno che lo compatisca.
Perché il mio spirito è così insensibile e il mio cuore così indurito da non permettermi di piangere insieme a Gesù che soffre tanto per me? Gesù, io ti chiedo perdono per la mia indifferenza, per la mia freddezza e la mia ingratitudine. Mi dispiace veramente di non aver meritato, a causa della mia superbia, il dono della tenerezza del cuore, dono prezioso che solo tu puoi dare. Ti prego, rendimi degno di ottenerlo almeno in avvenire, nel frattempo gradisci l’offerta che ti faccio dei dolori e delle angosce che hai sopportato per me nella Passione.
Pratica – Voglio imitare Gesù soffrendo, non certo da innocente, ma solo da penitente. Sono io che ho peccato e quindi tocca a me espiare le mie colpe, come meglio posso, insieme a Gesù.
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