Passione di Gesù
20 marzo – Punto IV – Preghiera di Gesù nell’orto del Getsemani
Preghiera di Gesù nell’orto del Getsemani
Punto IV – Dalla disubbidienza di Adamo è derivata la rovina del mondo e alla disubbidienza può essere ricondotto ogni nostro peccato, visto che, peccando, non si fa altro che scegliere di accontentare gli stimoli delle passioni, anziché di ubbidire ai comandamenti divini. Perciò Gesù, per riconciliarsi con Dio e riparare gli oltraggi fatti al suo onore, ha voluto contrapporre alla disubbidienza generale la sua ubbidienza perfetta, di cui proprio nell’Orto abbiamo l’esempio più efficace.
Riflessione – Qui infatti Egli suscita in se stesso, nella sfera delle sensazioni umane, una grande ripugnanza per i dolori, per il disonore, per la morte; e affinché si sappia che la sua tristezza è tanto grande da non poter essere consolata che da Dio, ricorre al Padre e gli mostra l’angoscia della sua umanità per muoverlo a compassione. Ma Egli non è venuto nel mondo per sottomettersi al volere della carne; perciò, senza alcun riguardo per questa, accetta subito la volontà di Dio. Gesù vuol farci capire che, per quanto il dolore sia ripugnante e contrario alla natura umana, questa deve sempre ubbidire a Dio vincendo se stessa.
È ammirevole l’ubbidienza di Gesù. Egli vede distintamente nella qualità e nella quantità tutti i patimenti ormai prossimi, e per ciascuno di essi l’istinto, che non vuole soffrire, fa un atto di resistenza; ma la ragione risponde con altrettanti atti di ubbidienza e rinnova con intenso fervore la sottomissione al Padre, accettando ad una ad una tutte le pene e dicendo con umiltà perfetta: “Non sia fatta, Padre, la mia volontà, ma la tua”.
Ma lasciamo che siano gli angeli a rimanere incantati e ad adorare l’ubbidienza di Gesù; noi, invece, dobbiamo sforzarci di far tesoro del suo esempio e di impegnarci nell’imitarlo.
Colloquio – Dio mio, ogni minima ribellione del mio istinto è sufficiente per farmi desistere dall’ubbidire alla tua divina volontà. Sono ormai innumerevoli le volte in cui ho concesso la vittoria ai miei sensi, ma ora me ne pento profondamente e, in riscatto di tutte le mie colpe, ti offro la devota ubbidienza del tuo Figlio diletto. Mi rivolgo anche a te, mio Salvatore, per supplicarti di concedermi un po’ del tuo Spirito, perché io possa pregare con vero fervore, come hai fatto tu. Non sei rimasto nell’Orto per fare un’arida meditazione intellettuale sulla tua Passione, ma per accettarla con umile affetto, esercitando la tua volontà. Anch’io dovrei fare altrettanto, ma la mia preghiera è ancora troppo tiepida ed infruttuosa. Rinvigorisci la mia volontà tanto debole affinché io possa imitarti nel praticare tutte le virtù, specialmente l’obbedienza.
Pratica – Ripeterò spesso questa preghiera: “Concedi, o Signore, che in me sia fatta sempre la tua santa volontà; fammi conoscere le cose a te gradite e dammi la grazia di compierle”.
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