Passione di Gesù
15 marzo – Punto II – Gli Apostoli si addormentano nell’orto del Getsemani
Gli Apostoli si addormentano nell’orto del Getsemani
Punto II – Quando Gesù trova addormentati gli Apostoli, a cui aveva raccomandato di vegliare in preghiera, rimprovera in particolare Pietro, perché non ha saputo farsi violenza e vegliare con Lui neppure un’ora. Pietro poco prima aveva dichiarato di essere più coraggioso di tutti, tanto da poter sostenere per amore di Gesù anche la prigionia e la morte. E il divino Maestro l’aveva condotto con sé nell’Orto, affinché imparasse che senza l’aiuto di Dio nulla può fare chi crede di poter fare tutto da solo. Giustamente, quindi, ora lo umilia, e, per fargli vedere quanto sia stata audace la sua presuntuosa affermazione, gli chiede: “Come credi di poter fare grandi cose per amor mio, se non hai potuto vegliare neppure un’ora con me?”.
Riflessione – San Pietro, convinto dall’esperienza e dalla coscienza di aver sbagliato, turbato, non risponde al rimprovero e la sua confusione aumenta perché ricorda di aver vegliato e di essersi affaticato notti intere a pescare con i suoi compagni, mentre adesso si accorge di non essere riuscito a vegliare e a pregare un’ora sola, per far compagnia a Gesù e per giovare alla sua anima.
Tutto questo io posso applicarlo a me stesso: anch’io sono annoiato ed infastidito quando si tratta delle cose di Dio, specialmente della preghiera, invece sono sveglio e pieno di energia, quando devo curare i miei interessi umani o soddisfare i miei piaceri. Solo negli esercizi di pietà provo stanchezza e noia e non nell’ozio e nel divertimento. Fino a quando dovrò rimanere in questo stato d’indolenza? Come giustificherò davanti al tribunale di Dio il fatto di non aver saputo dominare le mie inclinazioni per amor suo e per la salvezza della mia anima, mentre le ho controllate tante volte per motivi di prudenza umana o anche solo per vanità ed ambizione? Perciò viene rivolto anche a me il rimprovero fatto all’Apostolo. Anch’io, infatti, dico spesso di voler sacrificare volentieri la mia vita per Dio, ma tale dichiarazione non è affatto sincera, visto che non so mortificarmi neppure nelle piccole cose per amor suo. Certamente, questa mia viltà è un motivo in più per essere umile, ma purtroppo, sono ancora molto lontano da questa virtù.
Colloquio – Quando faccio dei buoni propositi, mio Dio, mi pare di confidare in te, ma poi, appena cerco di metterli in pratica, mi accorgo di fidarmi ancora soltanto di me stesso, perché in fondo rimango un presuntuoso. E come potrò mai sradicare questo vizio dalla mia anima, se il mio amor proprio diventa più forte proprio nel momento in cui mi ripropongo di soffocarlo? Gesù caro, guarda e vinci la mia miseria; fa’ che io non incorra nel pericolo di perdermi, pericolo minacciato a chi confida nelle proprie forze; fa’ che tenga presente, invece, quella santa benedizione promessa a chi confida in te.
Pratica – Esaminerò la mia coscienza riguardo all’accidia, a causa della quale si fa mal volentieri o non si fa affatto il proprio dovere al servizio di Dio. Mi sforzerò di vincerla perché non diventi abituale, visto che, per sua natura, è uno dei vizi capitali.
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