Passione di Gesù
11 marzo – Punto XII – Tristezza di Gesù nell’orto del Getsemani
Tristezza di Gesù nell’orto del Getsemani
Punto XII – Gesù nell’Orto non si limita a rappresentare nella sua mente tutti i peccati del mondo, ma fa di più: come Salvatore del genere umano prende su di sé i peccati di tutte le nazioni, dei Giudei, dei pagani e dei cristiani e se ne appropria in una maniera tale da farli sembrare peccati commessi da Lui personalmente. Come può sopportare un intero mondo di iniquità, fra le quali, non dobbiamo dimenticarlo, ci sono anche le nostre? Quale sarà il suo affanno, la sua tristezza nel sentirsi gravato da un carico così pesante?
Riflessione – Quale sarà l’angoscia dell’anima innocente di Gesù, che non ha mai peccato né avrebbe mai potuto farlo, e che anzi prova un’estrema ripugnanza al peccato, nel sentirsi oppressa da un cumulo tanto grande di colpe altrui? Come potrà sopportare lei, umile e pura, il peso di tanta superbia e di tanta lussuria? E quanto dolore le procureranno i sacrilegi e le empietà, proprio a lei che è totalmente santa ed innamorata di Dio? È impossibile immaginare lo stato d’animo di quell’Uomo senza macchia, nel ritenersi colpevole di enormi scelleratezze, tanto da sentirsi obbligato a sopportarne il castigo.
Anima mia, per quanto ti è possibile, sforzati di intuire il tormento di Gesù nel sentirsi carico di tanti peccati non suoi. Egli potrebbe almeno consolarsi pensando che tutto avviene perché Lui lo vuole, invece non lo fa, affinché la sua sofferenza sia totale e proporzionata alla gravità dei peccati che vuole espiare.
Colloquio – Anche se inorridisco solo al pensarci, io credo, mio Salvatore, che tu hai preso su di te tutti i miei peccati per ripagare, al posto mio, la giustizia divina e per comunicarmi la tua santità. Gesù, hai abbracciato la causa della mia tristezza per farmi partecipe della tua gioia.
Per dimostrarti la mia gratitudine, so che dovrei amarti di un amore totale, come totale è stato il tuo dolore. Sono profondamente riconoscente alla tua umiltà, che non si è accontentata di farti assumere la debolezza della natura umana, ma ha voluto addirittura farti ritenere un peccatore. Ti prego, Gesù, in nome di questa tua infinita umiltà, elimina dalla mia anima la superbia e non permettere che in futuro io sia ancora dominato da questo vizio, che è la vera causa della tua dolorosa Passione.
Pratica – Mi pentirò dei miei peccati per imitare Gesù; ma mentre Lui si è umiliato col riconoscersi colpevole di peccati non suoi, io non faccio altro che il mio dovere, perché sono davvero un peccatore.
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