Passione di Gesù
8 marzo – Punto IX – Tristezza di Gesù nell’orto del Getseman1
Tristezza di Gesù nell’orto del Getsemani
Punto IX – Nell’orto Gesù vede tutti i peccati del mondo passati, presenti e futuri, non soltanto con una conoscenza umana, superficiale, ma con la luce dell’intelligenza divina, maggiore di quella che potrebbero avere tutti gli uomini e gli angeli messi insieme. Egli ne penetra fino in fondo la bruttura e la malizia.
Riflessione – Gesù, avendo in sé la pienezza della Divinità con tutti i tesori della sapienza e della scienza, sa alla perfezione che cosa sia il peccato mortale. Ben diversa dalla sua è la nostra conoscenza; noi, che possiamo conoscere Dio solo attraverso l’oscurità della fede, sappiamo soltanto che il peccato è una grave offesa a Dio. Gesù, invece, poiché penetra con la sua anima l’infinita bontà e maestà di Dio, può vedere con chiarezza tutta la gravità del peccato mortale, che offende direttamente la grandezza divina. Quella visione, però, provoca in Lui un’angoscia tanto profonda da essere per noi impossibile da capire ed esprimere.
Se davanti a me comparisse il diavolo nella sua ripugnante bruttezza, indubbiamente inorridirei e cadrei tramortito per lo spavento. Ma tutti i diavoli dell’Inferno messi assieme non sono nulla a confronto dell’orrore che dovrebbe incutere un solo peccato mortale. Perciò, cosa deve aver provato Gesù quando gli si presentarono davanti milioni e milioni di peccati in tutta la loro ripugnanza?
Colloquio – Anima santa di Gesù, anche se i miei occhi esaurissero tutte le lacrime, non riuscirei mai a compiangerti come meriti, perciò non posso fare altro che offrirti la mia riverente ammirazione. Come hai potuto sopportare nell’Orto la presenza delle mie innumerevoli colpe e, soprattutto, come puoi ancora accettarmi e addirittura prediligermi, pur vedendomi macchiato di tanti peccati? Gesù mio, abbi pietà di me perché questi mi lasciano del tutto indifferente, mentre in te suscitano tanta tristezza. Ancora non conosco la reale gravità del peccato: so soltanto che non devo commetterlo; vorrei, però, poter approfondire questa conoscenza per riuscire a pentirmi come si deve. Infatti non potrò mai dire di cuore: Miserere mei, Domine, se non posso dire anche: Iniquitatem meam ego cognosco.
Pratica – È la Passione di Gesù che più di tutto può darmi luce per conoscere il peccato e le ragioni per detestarlo. Mi ripropongo di meditarla ogni giorno con grande devozione, perché sono convinto che per me nulla sia più fruttuoso.
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