Passione di Gesù
7 marzo – Punto VIII – Tristezza di Gesù nell’orto del Getsemani
Tristezza di Gesù nell’orto del Getsemani
Punto VIII – Gesù ha voluto soffrire la sua Passione nell’anima non meno che nel corpo, quindi, non solo nella sua natura umana sensibile, ma anche nella sfera superiore del suo intelletto. Benché Egli nella sua mente fosse beato, tuttavia ha trovato un modo miracoloso per unire alla beatitudine un infinito dolore, provocato dalla visione di tutti i peccati del mondo e dal ribrezzo che questi gli causavano. Durante tutto il tempo della sua vita aveva avuto una chiara conoscenza del peccato, ora però nell’Orto lo analizza con maggior intensità e ne valuta il danno.
Riflessione – Nascendo, Gesù aveva assunto la figura non di un uomo solo, ma di tutta l’umanità, perciò, nell’Orto, in particolare, prende su di sé le miserie di tutti. Egli vede i peccati del mondo da Adamo fino a quel momento e quelli che saranno commessi fino al giorno del giudizio; passano tutti nella sua mente non alla rinfusa, come potrebbe accadere a noi, ma ben distinti nella specie, nel numero e nella gravità, proprio come se ogni peccatore fosse là nell’Orto e peccasse alla sua presenza. Che tormento per un Uomo-Dio! Giustamente Egli può lamentarsi col Profeta che torrenti di iniquità l’hanno turbato; e noi possiamo aggiungere che il suo dolore è come un immenso mare in cui vanno a versarsi tutti i fiumi.
Ma ora voglio riflettere solo su quanto mi riguarda, senza divagare sulle colpe degli altri. Tutti i miei peccati di pensiero, di parole e di opere sono presenti a Gesù. Egli li vede e li misura proprio tutti, quelli che ho commesso da solo e in compagnia, sia di giorno che di notte. Purtroppo il suo cuore vede anche che non ne sono affatto pentito e per questo è oppresso da una tristezza mortale.
Colloquio – Che gran male, mio Gesù, dev’essere il peccato, se soltanto la sua immagine è sufficiente a rattristare la tua anima beata! Ora mi pento di averla tanto amareggiata con i miei peccati, e vorrei fare qualcosa per alleviare almeno un po’ la tua angoscia. Da solo non posso fare nulla, ma potrò far molto se sarò aiutato da quella grazia che tu hai meritato per me con la tua santissima Passione; ti prego, mio Dio, concedimelo. Ora comunica a me una parte della tristezza che provi a causa dei miei peccati, e quando sarò un vero penitente certamente ti consolerò, così come da peccatore ti ho fatto soffrire.
Pratica – Susciterò in me il dolore delle mie colpe e pregherò il Signore che mi conceda di aver orrore del peccato mortale, tanto che ne tema i pericoli e ne eviti le occasioni.
Lascia un commento