Passione di Gesù
2 marzo – Punto III – Tristezza di Gesù nell’orto del Getsemani
Tristezza di Gesù nell’orto del Getsemani
Punto III – Per capire ancora meglio la Passione di Gesù nell’orto del Getsemani, dobbiamo tener presente questa verità: Egli non si è spaventato perché gli è capitata un’improvvisa sciagura; a Lui non succede quello che normalmente avviene a ciascuno di noi quando dobbiamo subire delle avversità: ci lamentiamo e ci disperiamo perché vorremmo eliminare l’ostacolo, ma ci sentiamo impotenti a farlo. Al nostro Salvatore, invece, non accade nulla che sia contrario alla sua volontà, perciò, se ora Egli si spaventa e soffre fino a cadere in agonia, come dice il Profeta, è solo perché lo ha deciso Lui spontaneamente.
Riflessione – In Gesù i sentimenti sono frutto della natura umana, ma nessuno di essi può entrare in azione senza il comando della volontà divina, di modo che ogni moto di tristezza, di avversione o di paura in Lui è solo volontario. Come si è fatto uomo nelle circostanze da Lui volute, così soffre le miserie proprie dell’uomo quando e come Lui ha stabilito. Allora dobbiamo credere che, come è volontaria la passione del corpo, altrettanto lo sia la sofferenza dell’anima.
Devo riflettere poi su un altro punto: anche se Gesù fosse stato costretto a soffrire, per il solo motivo di aver fatto di necessità virtù con le sue sublimi intenzioni, sarei tenuto comunque a ringraziarlo profondamente per l’eroica offerta di sé, fatta all’Eterno Padre in mio favore. Allora quanto grande dovrebbe essere la mia riconoscenza, visto che non c’è stata in Lui nessuna costrizione, ma solo la libera scelta della sua misericordia che ha voluto patire tutto con amore!
Colloquio – Mio buon Gesù, quanto ti devo per aver colmato di amarezze spirituali la tua anima, in modo che la mia gustasse le dolcezze dello spirito! Grazie per aver suscitato nei tuoi sentimenti paura ed angoscia, perché il mio animo tanto debole si rafforzasse nella virtù!
Quando mi trovo in qualche situazione difficile, mi sforzo di pensare a cose belle per alleggerire la mia pena e per patire il meno possibile; tu, invece, impegni la tua immaginazione in tutto ciò che può angustiarti ancora di più, e questo solo per darmi una testimonianza sempre più grande e più evidente del tuo amore.
Mediatore divino, che ti metti in agitazione e ti impaurisci per consolare la nostra incertezza e per assicurarci la salvezza eterna, io vorrei amarti, ma il mio cuore è molto freddo. Perciò, per i meriti della tua anima che per me nell’Orto è stata tanto tormentata, ti supplico, concedimi la grazia di corrispondere al tuo amore.
Pratica – Come Gesù volontariamente si offre ai patimenti per amor mio, anch’io cercherò spesso di mortificarmi per amor suo e valorizzerò per la mia salvezza eterna anche le sofferenze che non possono essere evitate.
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