Passione di Gesù
21 gennaio – Punto III – Gesù alla cena della sua ultima Pasqua
Gesù alla cena della sua ultima Pasqua
Punto III – Anche negli anni precedenti Gesù aveva celebrato la Pasqua con puntualità e con sentimenti veramente degni del suo cuore divino, considerando l’agnello, che veniva sacrificato, una figura del suo sacrificio sulla croce. Ma in quest’ultima Pasqua in cui si realizzano le figure, Egli penetra nella Verità che sta per iniziare quella notte stessa. L’agnello pasquale, secondo le prescrizioni della legge, viene da Lui sacrificato la sera del giovedì santo; e proprio quella notte avviene la sua cattura che segna l’inizio della sua Passione e Crocifissione.
Riflessione – Se assisteremo con devota attenzione a quella cena, il Signore non lascerà digiuna la nostra anima. Quali sono i pensieri di Gesù, mentre, seduto a tavola, guarda nel piatto il mistico agnello ucciso ed arrostito e quando, tagliatolo a pezzi, lo distribuisce ai suoi discepoli? Egli pensa a se stesso, vero ed immacolato Agnello che sarà ucciso di lì a poco. Mai era stata celebrata una Pasqua simile, in cui si trovano insieme l’ombra e la luce, la figura e la realtà (cioè la figura e il raffigurato).
Quando vede quell’agnello, ricordo della Pasqua che avvenne in Egitto, Gesù pensa che è venuta la sua Pasqua, in cui Egli dal mondo deve passare al Padre. Perciò, sapendo che in Lui si sono adempiute le figure dell’antica legge e che è venuto il tempo in cui non si deve più onorare Dio con sacrifici di animali, Egli con la sua umanità si umilia, si offre e si immola all’Altissimo. E come fino ad allora non aveva rifiutato i sacrifici di agnelli in vista di ciò che significavano, lo prega di gradire ora, ancora di più, il sacrificio che sta per fare di se stesso per la salvezza delle anime.
Quanti misteri soprattutto di carità sono contenuti in questo unico mistero, con il quale termina la vecchia legge ed incomincia la nuova legge di grazia!
Colloquio – Eterno Padre, non finirò mai di ringraziarti per avermi fatto nascere in un paese tanto fortunato, dove regna la fede cattolica e dove ti si dà gloria col sacrificio del vero Agnello, che è il tuo santissimo Figlio.
Io te lo offro per i miei peccati, con gli stessi sentimenti con i quali Egli, in quella cena, offrì se stesso per i peccati di tutto il mondo. Alla tua infinita Maestà io non ho da presentare niente di più prezioso, di più degno, di più gradito di questa santa Vittima. E so perfettamente quanto Essa sia efficace per indurti ad avere misericordia dei miei peccati. Questo è il sacrificio di giustizia che tu gradisci dalla tua Chiesa, e per il quale desideri che speriamo sempre in te. Io spero, dunque, in Gesù Cristo e per Gesù Cristo nella remissione delle mie colpe, nella grazia e nella gloria eterna.
Pratica – Offrirò spesso e con fede viva Gesù al Divin Padre per avere benevolenza e redenzione; e dirò con le parole di san Giovanni Battista: “Ecco l’Agnello di Dio! Ecco Colui che toglie i peccati del mondo”.
Lascia un commento