Passione di Gesù
26 dicembre – Punto III – Gesù è deposto dalla croce
Gesù è deposto dalla croce
Punto III – Ottenuta la concessione da Pilato, Giuseppe d’Arimatea, col suo compagno Nicodemo, torna immediatamente al Calvario per deporre Gesù dalla croce. Entrambi s’inginocchiano ad adorare il Figlio di Dio, poi appoggiano due scale, una alla destra e l’altra alla sinistra della croce, e vi salgono per schiodare le mani; fanno fatica ad estrarre quei chiodi, grossi e lunghi, fatti penetrare molto profondamente nel legno. Poi Nicodemo libera anche i piedi, mentre Giuseppe sostiene con le braccia il corpo di Gesù. Beato lui, che ha avuto la gioia di abbracciare con tanta forza il Salvatore del mondo! Tutti i presenti li aiutano, anche Maria che man mano riceve i chiodi, la corona di spine e lo stesso Gesù che sorregge prendendolo sotto le ascelle. La Maddalena sostiene e bacia quei piedi che aveva già baciati, lavati con le sue lacrime di pentimento e profumati. Tutti, specialmente l’apostolo san Giovanni, esprimono col pianto il loro dolore, mentre quel corpo benedetto viene avvolto in un lenzuolo e deposto nel grembo della sua santa Madre.
Riflessione – Non si è mai sentito che qualcuno tanto ragguardevole sia andato di persona a prelevare con le proprie mani un giustiziato da un patibolo così infame. Questi due, invece, si sentono onorati di salire sulla croce per togliere il corpo di Gesù. Il nostro mite Agnello quando era vivo si era lasciato straziare da tutti, plebei, pagani e bestemmiatori, ma ora che è morto permette che lo tocchino soltanto anime nobili e giuste, che fanno a gara per rendergli onore. Secondo la legge antica chi toccava i morti era considerato immondo, ora invece si è convinti che chi può toccare le sante membra di Cristo viene purificato e santificato. Anima mia, concentrati e vai anche tu vicino a quel corpo, toccalo e lava le sue piaghe con le tue lacrime.
Colloquio – Gesù mio, finché sei stato in balìa dei tuoi nemici e dei carnefici, ho potuto anch’io far parte di quella gentaglia; ma ora che ti vedo attorniato solo da anime sante, alle quali hai permesso di gustare i frutti della tua morte, io, che sono l’ultimo dei peccatori, non oso avvicinarmi. Perciò ti adoro standoti lontano, ma ti prego, rendimi degno di farmi più vicino e di contemplare le ferite che hai ricevuto per me nel tuo corpo santo. È vero che sono un povero peccatore, però ricordati che con la tua Passione hai ottenuto per me non solo il perdono dei peccati, ma anche la grazia che mi rende gradito alla tua divina Maestà e degno della beatitudine eterna. Quindi non considerare in me i peccati, ma solo i tuoi meriti.
Madre mia addolorata, intercedi per me e fa’ che io sia esaudito: desidero solo essere ferito nel cuore e morire ogni giorno a me stesso per amore di Gesù.
Pratica – Ho già scelto di essere crocifisso con Gesù, perciò finché vivrò non abbandonerò la croce della mortificazione, per imitare Gesù che si è staccato dalla sua solo dopo morto.
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