Passione di Gesù
11 dicembre – Punto II – Gesù crocifisso si lamenta della sua sete
Gesù crocifisso si lamenta della sua sete
Punto II – È bene ripetere ancora una volta che quella dell’aceto è una delle crudeltà inventate per tormentare ancora di più Gesù e che la sete del Salvatore è sete di anime, causata dalla carità che accende il suo cuore. Egli vede un’infinità di anime che si salveranno grazie ai suoi meriti, ma la sua arsura ancora non si spegne. Sa che la vendemmia nella vigna della sua Chiesa sarà abbondante, però non ne è soddisfatto e si lamenta che il raccolto sarà insufficiente per spegnere la sua sete, perché molti non trarranno beneficio dal suo sangue e si perderanno.
Riflessione – Anima mia, se ti fossi trovata là sul Calvario, avresti dato volentieri a Gesù acqua in abbondanza per dissetarlo. Ebbene, sei sempre in tempo a farlo. Egli dice a te dalla croce quello che già aveva detto alla Samaritana al pozzo di Sicar: “Dammi da bere”. Ma pensa bene: ha sete proprio di te! E mostrando quanto ti desideri, vorrebbe che anche tu, come la Samaritana, provassi quell’intenso desiderio di bere alla sorgente di vita eterna. Se vuoi dissetarlo, quindi, devi essere tu ad aver sete di Lui, l’unico che può ristorarti.
Colloquio – Gesù, com’è possibile che tu abbia sete di me, acqua torbida e fangosa? Che tristezza vedermi assetato di tutto fuorché di te, sorgente da cui nascono torrenti di delizie spirituali! Vizio, istinto, piacere, comodità e disimpegno: ecco di che cosa arde la mia anima. Gesù mio crocifisso, fa’ che io bruci dal desiderio di imitarti nell’umiltà, nella carità, nella pazienza, nell’ubbidienza ed in tante altre virtù. Sarò beato quando sentirò in me la costante preoccupazione di adempiere in tutto la volontà del Padre, per rallegrare il tuo cuore e calmare la tua sete. Meriterei così, nel giorno del giudizio, di sentirti dire con soave tenerezza ai tuoi eletti: “Venite, benedetti, perché quando avevo sete mi avete dato da bere”. Eterno Padre, rendi possibile tutto questo concedendomi la grazia di imitare tuo Figlio nella sua ardente brama di santità e di perfezione. Quando mi capiterà ancora di essere sul punto di offenderti, fa’ vibrare nel mio cuore la tua implorazione: “Ho sete, dammi da bere il tuo amore, la tua umiltà e il tuo sacrificio!”.
Pratica – Se voglio salvarmi, devo imitare il Salvatore nelle sue sante virtù: questa è la sete che devo avere. È necessario che mi fermi ad esaminare in quale di queste devo esercitarmi di più.
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