Passione di Gesù
10 dicembre – Punto I – Gesù crocifisso si lamenta della sua sete
Gesù crocifisso si lamenta della sua sete
Punto I – Gesù ha la gola secca e le viscere che bruciano per l’intensità degli spasimi e per la perdita di tanto sangue, perciò, con una voce tanto fioca da destare compassione, dice che ha sete. In questo modo, oltre alla sua grande arsura, vuol farci capire anche quanto sia povero; ed è come se volesse dire: “Ecco com’è ridotto il Dio che ha creato i mari ed i fiumi e che ha dissetato nel deserto milioni di Ebrei: non ha neppure due gocce d’acqua per calmare la sete”. E che cosa si fa per dissetarlo? Per tormentarlo e deriderlo ancora di più, gli avvicinano alla bocca una spugna imbevuta di aceto. Ora la crudeltà dei suoi nemici è veramente arrivata all’inverosimile: rifiutano un sorso d’acqua ad un moribondo, cosa che non si fa neppure con le bestie, e vogliono invece fargli bere aceto.
Riflessione – Anima mia, soffri col tuo Gesù che sopporta dolori sempre più terribili e rifletti bene su quest’espressione breve e misteriosa: “Ho sete”. Perché si lamenta per la sete e non per le altre pene che sono ben più gravose? Se gli domandiamo che cos’è che gli procura tanta sete, ci risponderà che più di ogni altra cosa Egli è bruciato dalla sua ardente carità, perché ama le anime tanto che, dopo aver bevuto il calice della Passione fino in fondo, è disposto a berne un altro ancora più amaro, se ciò è necessario per salvarle.
Colloquio – Mio Gesù, benedico e venero questa sete causata dal tuo amore ardente, più che dalle pietose condizioni del tuo corpo sfinito. Nella mia miseria altre volte ho cercato di ringraziarti per tutto ciò che hai patito nel tuo corpo santo, ora voglio ringraziarti anche per il tuo desiderio di soffrire per me molto di più di quanto sia concesso alla natura umana. E poi, grazie, Gesù, per quei meriti immensi che hai aggiunto al tesoro della Passione con la tua ardente sete di anime.
Tu sai che alla mia umanità non piace soffrire ed inoltre essa non possiede una carità efficace e produttiva come la tua, perciò ho un bisogno estremo che tu mi riscaldi con la tua grazia, affinché nasca in me una vera sete di patire per amor tuo. Nella mia vita le occasioni per soffrire non mancano, quel che mi manca è l’amore alla sofferenza, il solo che può farmi guadagnare dei meriti. Signore, fa’ che io accetti con grande serenità dispiaceri, difficoltà e malattie.
Pratica – È necessario che io ripeta spesso atti di dolore per i miei peccati, perché con questi anch’io, come i Giudei, ho offerto l’aceto a Gesù.
Lascia un commento