Passione di Gesù
20 novembre – Punto V – La crocifissione di Gesù
La crocifissione di Gesù
Punto V – La crocifissione è ormai finita; viene quindi attaccata in cima alla croce una tavoletta che porta scritto “Gesù Nazareno Re dei Giudei”. Così viene reso noto a tutto il mondo che, dopo tanti processi e tanto chiasso, non è stato trovato nessun motivo all’infuori di questo per condannare a morte Gesù. I Giudei si lamentano con Pilato perché ha fatto scrivere quelle parole, ma per disposizione celeste costui li mette a tacere, ordinando che ciò che è stato scritto resti tale e quale. È verissimo che Gesù ha detto di essere Re e, a dispetto dei Giudei, lo sarà sempre, nella morte e dopo la morte.
Riflessione – Prima di tutto Gesù è sommo Sacerdote perché, sull’altare della croce, offre se stesso in sacrificio al Padre e poi è anche Re perché, ancora sulla croce, fonda il regno della sua Chiesa e lo dilata fino ai confini del mondo. Ora bisogna che si veda realizzata l’antica profezia, secondo la quale genti di tutte le lingue avrebbero formato quel Regno; per questo l’iscrizione è fatta con caratteri greci, ebraici e latini.
Rifletti, anima mia, come tutto sia compreso nella prima parola di questa scritta: Gesù. Egli viene crocifisso per il solo motivo di essere Gesù, cioè il Salvatore; lo scopo della sua morte quindi è solo questo: salvare i peccatori. Egli inoltre è Dio e Uomo, perciò, mentre la sua umanità patisce, lampeggia sopra il suo capo la potenza divina per dimostrare che Egli è Re universale, sia degli eletti che credono e sperano in Lui, sia dei reprobi che lo odiano.
Colloquio – Gesù, mio Salvatore, mio Re e mio Dio, è consolante vedere come la tua innocenza e la tua gloria risplendano tra tante calunnie e tanto disonore. Sono felice che quella scritta faccia sapere a tutti, a dispetto dei tuoi nemici, che sei un Re divino, superiore a tutti i re della terra; così l’Eterno Padre ha voluto che fosse, e così sarà per sempre. Se un giorno potrò entrare nel regno eterno, lo dovrò alla tua misericordia, ma anche se mi perderò, non potrò fare a meno di riconoscere in te il mio Sovrano, colui che mi farà gemere in eterno sotto i flagelli della sua giustizia. Infatti un reprobo è costretto a renderti gloria non meno di una stella del firmamento. Gesù mio, io voglio benedirti come mio Dio e mio Re con fede viva e profondo amore, per poter sperare di farlo anche in Paradiso; ma ti supplico, non permettere che io, diventato un peccatore impenitente, ti maledica disperato per l’eternità. Riconosco e adoro la tua regalità e mi dichiaro pronto ad ubbidirti come piace a te. Abbi pietà di me, Gesù Nazareno Re dei Giudei, e di tutti quelli che credono e sperano in te.
Pratica – Ogni volta che guarderò o mediterò il Crocifisso, mi ricorderò della scritta sulla croce e ripeterò con fede che quest’uomo dei dolori è vero Dio. Se la mia fede sarà grande, ancora di più lo sarà la mia crescita spirituale.
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