Passione di Gesù
13 novembre – Punto II – Gesù è arrivato con la croce al Calvario
Gesù è arrivato con la croce al Calvario
Punto II – Quando Gesù è arrivato sul Calvario, tutti, Giudei e pagani mescolati insieme, gli si affollano intorno per continuare a tormentarlo; pensano che sia lecito fare tutto ciò che la crudeltà suggerisce loro. Il nostro Salvatore resiste a tutto, perché la sua Divinità interviene per sostenerlo fino all’istante in cui esalerà l’ultimo respiro.
Poiché è abitudine aiutare i condannati a soffrire di meno, ai due ladroni viene fatto bere del vino mescolato alla mirra. Per Gesù invece il vino è reso amaro dal fiele. Quegli ipocriti mostrano di aver compassione di Lui e della sua spossatezza, in realtà fanno di tutto per deriderlo e per aumentare le sue pene.
Riflessione – Tutte le membra di Gesù sono lacerate e doloranti, solo la lingua e le viscere sono ancora intatte. Ora però col fiele si vuole far soffrire anche queste, perché Egli diventi totalmente l’uomo dei dolori. I profeti avevano predetto anche questo: il popolo eletto avrebbe fatto bere al Messia del fiele.
Vedi, anima mia, quanto Gesù meriti di essere compatito ora che viene costretto a mandar giù una bevanda tanto disgustosa, con la scusa di fargli avere un po’ di sollievo. Tienigli compagnia e cerca di mitigare con le tue lacrime l’amaro che c’è nella sua bocca.
Colloquio – Gesù mio, se potessi piangere a mio piacere la tua Passione, non vorrei fare altro, ma poiché sono senza lacrime, accetta almeno quello che ho e cioè la mia compassione nel vedere sia la tua sapienza così beffata che la tua infinita dolcezza resa tanto amara da un individuo sciocco e meschino quale io sono.
Ecco che cosa rappresenta quel vino mescolato col fiele: prima di tutto la mia fede guastata dal mio comportamento vizioso, poi i Sacramenti e le preghiere da me offerti con tiepidezza e pigrizia ed infine le opere buone che io compio per vanagloria, invidia ed ipocrisia. E poi nel fiele, che ti rende amara la bocca, io riconosco la pena per i miei peccati di gola. È vero, Gesù, io mangio e bevo non tanto per necessità, ma soprattutto per soddisfare il mio piacere.
Signore mio, quanto sono ingrato! Infatti, mentre tu in tante grazie e soprattutto nella santa Eucaristia mi dai abbondante miele, io in cambio ti offro l’amarezza del fiele. Ti supplico, vinci la mia cattiveria con la dolcezza del tuo amore!
Pratica – Quando mangerò mi ricorderò del fiele di Gesù, per riuscire a mortificare la gola. E poi, perché tutte le mie parole e le mie azioni siano senza fiele, avrò cura che ognuna di esse sia buona in sé e fatta anche con buona intenzione.
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