Passione di Gesù
2 gennaio – Punto II – Gesù predice la sua Passione
Gesù predice la sua Passione
Punto II – Mentre la folla è ancora in preda allo stupore per i miracoli che ha visto, Gesù parla un’altra volta della sua Passione agli Apostoli dicendo: “Tenete bene a mente queste parole: fra breve io sarò dato in mano ai miei nemici”.
Egli li preavvisa per far loro comprendere che ciò avverrà non suo malgrado, ma per sua volontà, perché si ricordino, allorché lo vedranno morire in croce, che Egli è l’Uomo-Dio. Il Salvatore non potrebbe parlare più chiaramente per imprimere nel loro animo il grande mistero; ciò nonostante essi, ciechi ed insensati, non comprendono ciò che Egli vuol dire.
Gesù dice loro apertamente che sarà tradito, schernito, flagellato, sputacchiato ed ucciso, come già predetto nella Sacra Scrittura; ma essi non comprendono ancora nulla, perché danno alle parole di Gesù un valore simbolico e non le applicano alla sua Passione ormai imminente. Ed intanto, invece di esercitarsi nell’umiltà tanto raccomandata dal divino Maestro, discutono continuamente sul primato degli uni sugli altri.
Riflessione – Non investighiamo su come ciò sia accaduto agli Apostoli, ma riflettiamo su noi stessi. Non sono forse anch’io come loro un ottuso che non capisce nulla? Inoltre non provo alcuna emozione nel pensare chi è colui che patisce, per chi patisce e perché lo faccia, come se in me fosse completamente morta la fede. E chi sa che questa mia mente ottusa e questo cuore arido non siano l’effetto di quel tremendo castigo minacciato ai sapienti di questo mondo, che saranno, per i misteri del Salvatore, privati dell’intelligenza?
Colloquio – Mio Dio, questo io lo temo molto, e giustamente, a causa dei miei molti peccati, ma imploro misericordia da te, luce delle anime, e ti supplico di rischiarare le mie tenebre. Riconosco di essere totalmente indegno della tua luce, ma prometto di non farne cattivo uso per l’avvenire e di servirmene fedelmente per la tua gloria. Illumina la mia mente, infiamma il mio cuore, dammi il dono dell’intelletto e della pietà, per potermi soffermare sui misteri dolorosi con attenzione e devozione e provare per essi compassione e dolore. Che meditazione sarebbe la mia se, dopo di essa, trovassi ancora in me tante passioni? Gesù mio, per la tua infinita bontà e misericordia, aiutami con la tua grazia.
Pratica. – Al principio e alla fine di ogni meditazione mi raccomanderò alla Santissima Vergine e mi umilierò spesso dichiarandomi indegno, ben sapendo che Dio concede solo agli umili il dono dell’intelletto.
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