Passione di Gesù
22 ottobre -Punto II – Gesù è condannato a morire in croce
Gesù è condannato a morire in croce
Punto II – La sentenza di morte contro Gesù viene scritta alla presenza di tutti i magistrati e, dopo essere stato intimato il silenzio alla folla, a voce alta, pubblicamente, si legge che Gesù Nazareno deve essere crocifisso. Immediatamente la rabbia dei Giudei si trasforma in gioia satanica: gridano e si congratulano a vicenda per la vittoria ottenuta, poi corrono in fretta a divulgare la notizia come se si trattasse di un felice evento.
Certo, Pilato ha peccato d’ingiustizia, ma i Giudei, oltre che ingiusti, sono anche rei di una crudeltà unica e ripugnante, perché si compiacciono che un innocente sia condannato ad una morte tanto infamante.
Riflessione – Vedi, anima mia, in quale deplorevole stato è ridotto l’unigenito Figlio di Dio, modello degli innocenti e dei giusti. Egli non deve solo subire una morte così temuta e terribile, ma deve subirla per una precisa sentenza del tribunale, come se tale morte Egli l’avesse meritata. Oltre a ciò, la sua condanna è motivo di festa e di gioia, come se la città fosse stata liberata da un rifiuto della società, responsabile di scandali e di rivolte. Abbi il coraggio di opporti ai Giudei e, mentre essi, accecati dalla malizia, si rallegrano del loro sacrilegio, proclama davanti a tutti che Gesù, il Figlio dell’Altissimo, che custodisce in sé i più preziosi tesori della grazia e della sapienza di Dio, è condannato a morte per i tuoi peccati. Anima mia, medita con devozione questa verità: un Dio senza peccato muore a causa del peccato.
Colloquio – Mio dolce Gesù, quanto mi dispiace di averti offeso per cose di nessuna importanza, mentre, per la tua infinita bontà, avrei dovuto amarti immensamente e rispettarti. Mi pento con tutto il cuore di non averlo fatto e ti supplico di aiutarmi ad annientare la mia malizia con una vera penitenza. Adoro, benedico e ringrazio la tua infinita misericordia per essere sempre pronta a concedermi il perdono.
Pratica – Offrirò a Gesù il mio cuore di pietra affinché esso diventi umile e riconosca la sua miseria. Lo supplicherò, per tutti i dolori e i meriti suoi e di sua Madre, di concedermi un vero pentimento delle mie colpe.
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