Passione di Gesù
14 ottobre – Punto IV – Pilato cerca di nuovo di liberare Gesù
Pilato cerca di nuovo di liberare Gesù
Punto IV – Ora Pilato è preoccupato perché il processo contro Gesù sta prendendo una piega pericolosa: i Giudei lo minacciano di farlo cadere in disgrazia presso l’imperatore di Roma. Egli non può disprezzare la legge di Cesare come poco prima aveva disprezzato quella di Mosè; e nel tentativo di rimanere indenne, continua la discussione di questa causa con maggior diligenza. Conduce un’altra volta Gesù sulla pubblica loggia di fronte alla folla per assumere il compito non tanto di giudice obbiettivo, quanto quello di avvocato, persuaso com’è che si cerchi invano la colpevolezza dov’è manifesta l’innocenza. Poco prima Pilato, nel mostrare Gesù al popolo, aveva detto: “Ecco l’uomo”, sperando che in esso nascesse un senso di compassione. Ora, vedendo che i Giudei continuano a calunniarlo per aver ambito al regno della Giudea, dice loro con voce di rimprovero e di scherno: “Ecco il vostro re”, quasi volesse dire: “Come potete ancora sospettare che un uomo così abietto e da poco voglia farsi re? Guardatelo bene e capirete quanto sia inutile la vostra paura e quanto sia falsa la vostra accusa”.
Riflessione – Vedi, anima mia, come Pilato, per difendere l’innocenza di Gesù, neghi la verità. Egli non ritiene possibile che Gesù sia un re, eppure lo è veramente come aveva predetto l’arcangelo Gabriele fin dal momento della sua incarnazione; e secondo la profezia avrebbe regnato nella casa di Giacobbe, e il suo regno non avrebbe mai avuto fine. Che pena, perciò, per il Salvatore del mondo, che è Verità, udire che il giudice prende le sue difese affermando una falsità!
Colloquio – Gesù mio, mentre Pilato ti tratta come un re da burla, io ti riconosco e ti adoro per mio vero Re. Sì, tu sei il mio Re; e poiché hai detto che il tuo Regno è dentro di me, ecco, io ti apro le porte del mio cuore, per non farvi regnare più il peccato, ma solo tu con la grazia, per tutto il tempo della mia vita e nella gloria dell’eternità. Vieni dunque, vieni in me, Gesù, e togli dall’anima mia tutto ciò che può offendere i tuoi occhi purissimi, così il tuo Regno ti sarà più gradito. E per purificare l’anima da ogni bruttura ti chiedo, per i meriti della tua Passione, di farmi provare un sincero pentimento.
Pratica – Ascolterò la voce di questo Re che ha il trono nella mia coscienza. A Lui ubbidirò senza seguire mai più le tentazioni alle quali ho ubbidito finora.
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