Passione di Gesù
10 ottobre – Punto IV – Ultimo esame di Gesù nel tribunale di Pilato
Ultimo esame di Gesù nel tribunale di Pilato
Punto IV – Quando dice che l’autorità terrena non può nulla contro di Lui e che tutto ciò che accade è voluto da Dio, Gesù non intende scusare la malizia umana come se non fosse colpevole dell’ingiustizia inflittagli, anzi, affinché Pilato non s’illuda di non aver alcuna colpa, soggiunge: “Ha peccato più di te chi mi ha consegnato nelle tue mani”. Da queste parole quell’ingiusto giudice può facilmente capire che se gli altri hanno peccato più di lui, egli pure ha sbagliato, perché non ha messo il suo potere al servizio della giustizia e non ha assolto un innocente.
Riflessione – Se, nella Passione di Gesù, Pilato ha peccato meno degli altri, vediamo allora chi è che ha peccato di più: certamente il primo è stato Giuda, poi i capi dei sacerdoti che, per invidia, hanno calunniato il Salvatore e lo hanno consegnato al potere civile ed infine i Giudei che hanno preteso la sua crocifissione.
Ma approfondiamo questa verità. Chi ha peccato nella Passione? Senza dubbio tutti coloro che si sono dati da fare per procurare sofferenze a Gesù; ma ancora di più pecca chi cerca di distruggere i meriti della Passione stessa e il fine per cui Gesù ha patito, cioè la salvezza delle anime. Perciò dobbiamo dedurre che i maggiori colpevoli sono tutti quei cristiani che, con lo scandalo, impediscono alle anime di salvarsi. Questo è un peccato orrendo, sacrilego, il più grave di tutti. Ed io quante volte l’ho commesso?
Colloquio – Mio Dio, gli scandali che ho provocato sono tanti che mi è impossibile ricordarli tutti. E sono innumerevoli le anime che ho scandalizzato con discorsi illeciti, con consigli disonesti, col cattivo esempio e con l’istigazione al male. Perciò, Salvatore di tutte le anime, sono io che ho peccato più di ogni altro. E come posso, ostinato ed ingrato quale sono, sperare nei meriti della tua Passione, quando tante volte li ho ostacolati con azioni scandalose? Ma io spero ugualmente, perché sei tu che mi chiedi di farlo. Coprimi con la tua misericordia e perdonami tutti i peccati, specialmente quelli che ho fatto commettere agli altri. Farò di tutto per non macchiarmi più di simili colpe.
Pratica – Non posso limitarmi a non offendere Dio e a non istigare gli altri a farlo; in penitenza dei miei scandali procurerò anche di ricondurre a Dio qualche anima con valide esortazioni, santi consigli e buoni esempi.
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