Passione di Gesù
7 ottobre – Punto I – Ultimo esame di Gesù nel tribunale di Pilato
Ultimo esame di Gesù nel tribunale di Pilato
Punto I – Il sospetto che Gesù sia veramente una divinità tiene Pilato nel timore, perché, avendogli fatto subire a torto i flagelli e gli scherni, ora giustamente ha paura di qualche grave castigo. Perciò, volendo accertarsi della verità, lo fa venire nel pretorio per interrogarlo. Vuol sapere non tanto quello che ha fatto e quello di cui è accusato, ma soprattutto chi effettivamente sia e da dove venga: è un essere terreno o divino? È preso dal rimorso e dal turbamento, come sempre avviene in chi opera il male. Gesù non risponde alla sua domanda, ma, come era stato profetizzato, resta muto come un agnello, tanto più che non ritiene Pilato degno di risposta, visto che nel precedente interrogatorio non aveva voluto ascoltare dalla sua bocca la verità. E questo è lo stile di Dio: aumentare la grazia a chi corrisponde con fedeltà, e negarla a chi, negligente ed ingrato, non la coglie e non la fa fruttificare.
Riflessione – Una tale privazione è più grave di quello che non si creda e vi si incorre esclusivamente per colpa nostra. Alla fine della vita saremo costretti a riconoscere che la grazia non ci è mancata, ma che noi stessi l’abbiamo rifiutata in molte occasioni. Le grazie sono concatenate l’una all’altra; basta corrispondere bene alla prima, per averne poi delle altre e progredire nella santità. Se ne disprezziamo una sola, però, saremo privati di molte e facilmente cadremo nella durezza del cuore. Verità consolante e paurosa: consolante per il futuro, se farò tesoro delle ispirazioni divine, anche se piccole, come il mortificarmi in una curiosità, in una golosità, in una passioncella; paurosa per il passato, perché, ricordandomi di averne rifiutate una quantità, c’è il rischio che mi adagi in una tiepidezza mortale dalla quale io non possa risorgere.
Colloquio – Mio Dio, mi sento mancare il coraggio di domandarti ancora una grazia, perché mi riconosco cento volte più indegno di Pilato. Ma io so che la tua misericordia è superiore ben più di cento volte alla mia indegnità. Mio Salvatore, offro in soddisfazione alla tua giustizia i meriti della tua santa Passione e ti prego di darmi una grazia tanto forte ed efficace da ubbidire sempre e in tutto a ciò che ti piacerà ispirarmi.
Pratica – Accetterò ogni ispirazione che mi allontani dal male e mi solleciti al bene, come se fosse l’ultima che Dio mi manda e dalla quale può dipendere la mia dannazione se resisto, o la mia salvezza se ubbidisco prontamente.
Lascia un commento