Passione di Gesù
25 agosto – Punto I – Gesù è condannato alla flagellazione
Gesù è condannato alla flagellazione
Punto I – Pilato acconsente alla richiesta dei Giudei di lasciare Gesù nelle loro mani, perché ne facciano quel che vogliono. Ma riconoscendo dentro di sé che quell’innocente sta subendo un’ingiustizia, vuol fare un ultimo tentativo per strapparlo alla morte: lo condanna alla flagellazione, nella speranza che così il popolo, ritenendosi soddisfatto, abbandoni il suo crudele proposito. Per la verità, era abbastanza normale flagellare i condannati alla crocifissione, ma ora pare proprio che il giudice abbia l’intenzione d’infliggere questa tortura a Gesù per placare i suoi nemici e liberarlo poi dalla morte.
Riflessione – Nonostante il fine sia buono, la sentenza è ingiusta. Pilato, se sei convinto che quest’uomo non ha fatto niente di male, come mai gli infliggi la pena della flagellazione che viene riservata solo ai malfattori? Dov’è la tua giustizia? Forse nel voler castigare un uomo dichiarato innocente? Tu ti rendi colpevole di quella stessa ingiustizia che hai deplorato nei Giudei.
Ma non perdiamoci a rimproverare il governatore Pilato; riflettiamo piuttosto su questo fatto per farne tesoro. Pilato aveva pensato che il popolo si sarebbe placato quando gli fosse stata data questa soddisfazione; ma s’ingannava, perché i Giudei, accontentati solo in parte, con maggior perfidia pretesero anche la crocifissione. Lo stesso accade anche a noi: quanto più si cerca di assecondare le passioni, tanto più esse diventano arroganti e disordinate. La curiosità cresce quando viene soddisfatta la vista, e la golosità quando si accontenta il ventre; la lussuria, l’ira, l’accidia e ogni altro vizio crescono poco a poco in proporzione all’appagamento che viene loro concesso. Quando non ci sono scrupoli nel compiere peccati veniali, la malizia cresce e si arriva inevitabilmente a quelli mortali.
Colloquio – Se avessi riflettuto di più su questo punto, non sarei caduto così in basso; proprio per questa mancanza è nato tutto il mio male. Come Pilato, che da principio era molto lontano dal crocifiggere Gesù, e poco a poco vi è giunto accondiscendendo alle insistenze del popolo, così anch’io sono più volte arrivato a crocifiggere Gesù coi miei peccati, appunto perché ho accontentato poco a poco l’arroganza delle mie passioni.
Per le mie colpe passate non c’è altro rimedio che umiliarmi e pentirmi; ma per l’avvenire devo essere decisamente più cauto ed imparare a mortificare i miei sensi. Perciò ti supplico, Gesù, dammi la forza di vincere la mia debolezza e la mia viltà. Tu non meriti di essere offeso in alcun modo, ed io prometto di evitare, col tuo aiuto, ogni peccato anche piccolo, per non cadere poco alla volta in quelli più gravi, e forse anche nell’impenitenza finale.
Pratica – Imparerò bene quanto sia pericoloso assecondare le passioni e concedere loro anche una minima soddisfazione; mi sforzerò dunque di resistere subito al loro impulso, appena lo avvertirò.
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