Passione di Gesù
20 agosto – Punto I – Gesù viene abbandonato alla volontà dei Giudei
Gesù viene abbandonato alla volontà dei Giudei
Punto I – Siamo alle ultime battute in questa lotta che deve decidere la sorte di Gesù: o vince Pilato che vorrebbe assolverlo o il popolo che chiede la sua crocifissione. E nessuno, neppure lo stesso Pilato, ha il coraggio di difenderlo apertamente, gridando a tutti che è veramente innocente e che non desidera rubare il regno a nessuno, ma che vuole regnare nel cuore degli uomini per dar loro la felicità eterna. E anche ora, come in ogni attimo della Passione, tutto accade secondo il decreto del Padre, voluto ed amato anche dal Figlio. Nella misura in cui Egli è superiore a tutti per scienza, potenza e nobiltà, altrettanto si è reso inferiore fino ad essere disprezzato e reietto da tutti gli uomini, proprio come aveva predetto il Profeta. Allora è questo il decreto eterno: il Redentore deve abbassarsi a bere nel torrente delle umiliazioni, prima di essere coronato di gloria immortale.
Riflessione – Cerchiamo di penetrare nel cuore di Gesù per sentire con quale abbandono si raccomandi al Padre, proprio come se fosse un povero orfano rimasto solo, circondato da pericoli di ogni genere e da gente che lo odia. È in questa occasione che si identifica in un verme che striscia in mezzo alla strada e che aspetta di essere calpestato da un momento all’altro dai passanti. Ma nonostante sia così sofferente, Gesù non si turba affatto; i dolori fisici non fanno vacillare la sua forza d’animo e non sono d’ostacolo alla sua carità e al suo fervore. Il frastuono provocato da quelle voci insolenti non lo distrae dal suo raccoglimento e non impedisce al suo spirito di agire in pienezza di santità e di perfezione.
Non è neppure immaginabile che a noi possa avvenire lo stesso: infatti se ci capita qualche contrarietà, la nostra ragione si ottenebra e ci facciamo prendere dall’agitazione.
Colloquio – Impara, anima mia, a regolarti in modo che la tribolazione, le avversità e qualunque creatura di questo mondo non ti impediscano di stare interiormente unita a Dio. È la vita interiore che impreziosisce tutto ciò che si fa o che si soffre. Ma che cosa posso fare da solo, mio Gesù, se senza il tuo aiuto non sono capace neppure di pronunciare il tuo santo nome? Trasforma la mia debolezza con la tua onnipotente virtù; fa’ che io pensi sempre a te perché desidero amarti e piacerti in qualunque situazione mi trovi.
Pratica – Farò ogni sforzo per rendere più profonda la mia vita interiore sia nelle prosperità che nelle avversità, sia nel dovere del mio stato che nelle azioni più indifferenti.
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