Passione di Gesù
28 luglio – Punto II – Gesù è presentato ad Erode
Gesù è presentato ad Erode
Punto II – Due cose Erode desidera da Gesù: una è di vederlo fare qualche miracolo, ad esempio cambiare l’acqua in vino, moltiplicare il pane o qualcosa di simile, che susciti meraviglia e appaghi la curiosità; e l’altra di udirlo parlare, avendo sentito che le sue parole avevano una mirabile dolcezza ed energia. Con varie domande perciò lo sollecita a dire chi sia, quale dottrina insegni, in virtù di chi faccia tanti miracoli; e con i modi più gentili lo invita a rispondere. Ma Gesù, ben lontano dall’accontentarlo, non lo degna neanche di una parola.
Riflessione – Alla presenza di Pilato Gesù si era comportato con superiorità, rispondendo soltanto quello che riteneva opportuno e necessario per farsi conoscere quale Re divino sopra tutti i re temporali; ora alla presenza di Erode mantiene la stessa autorevolezza e fa vedere che quel re non ha neppure la facoltà di fargli aprire la bocca. Accetta di assoggettarsi a lui materialmente per esercitare la sua pazienza, ma non intende sminuire né il suo potere né la sua sapienza. Come Dio, rifiuta di mostrare la sua sublime dignità a chi presume di sé con orgoglio; come uomo, si umilia e cerca di fuggire la vanagloria.
Impara, anima mia: Gesù è venuto al mondo per condannare l’ambizione umana, non per accontentarla. Vedi quanto è importante essere umili per udire ed imparare le verità eterne ed anche per essere consolati da Dio. Gesù, come Dio, ti fa vedere in Erode l’indifferenza che ha verso i superbi, e come uomo, ti fa vedere in se stesso quanto sia importante essere umili. Egli potrebbe con le sue parole procurarsi presso la corte ogni onore, e ben lo meriterebbe, ciò nonostante lo disprezza. Per quanto mi riguarda, anche se, per assurdo, fossi degno di essere onorato, dovrei stimare la lode umana più inutile e dannosa del fumo. Invece sono ancora tanto lontano da questo traguardo, perché l’onore mi piace e lo cerco continuamente.
Colloquio – Mio Dio, per eliminare la mia superbia ed acquistare l’umiltà, ho tanto bisogno del tuo aiuto. Nella mia mente c’è qualche barlume per poter conoscere la tua grandezza ed il mio nulla, ma non è una luce sufficiente. Pietoso Salvatore, che non spegni il lucignolo fumigante della lucerna, ma anzi gli dai vigore affinché faccia più luce, illumina la mia mente perché io conosca prima me stesso e poi anche te. Mostrami la mia miseria e poi risollevami perché io lodi la tua misericordia.
Pratica – Non devo desiderare altro onore se non quello che Dio darà agli eletti nel giorno del giudizio secondo il merito di ciascuno.
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