Passione di Gesù
19 luglio – Punto V – Gesù davanti al tribunale di Pilato
Gesù davanti al tribunale di Pilato
Punto V – Gesù, dopo aver detto a Pilato che è un vero re, ribadisce che è un sovrano superiore a tutti gli altri. Ora, perché nessuno immagini che Egli abbia usurpato il suo regno con rapine e conquiste, spiega che è re in virtù della sua nascita, in quanto figlio di un Padre a cui il titolo di re si addice per essenza. Aggiunge che si è fatto uomo proprio per far conoscere chi è veramente, per persuadere di questa verità tutto il mondo ingannato dal demonio e per regnare in tutti coloro che vogliono credere in lui.
Riflessione – Con queste dichiarazioni Gesù ci spiega perché è venuto nel mondo. Egli lo ha fatto non per comandare, né per farsi onorare con le armi, con le ricchezze, con lo sfarzo, ma per insegnare la verità che consiste in questi tre dogmi principali: che c’è un Dio solo, uno nell’essenza ma trino nelle persone, che Gesù è vero Figlio di Dio fatto uomo per la nostra salvezza e infine che vi è un regno di beatitudine eterna, che si acquista facendo penitenza e mortificando le proprie passioni. Questa è la verità che bisogna necessariamente credere per salvarsi. A nessuno, però, è possibile credere e vivere secondo la dottrina di Gesù senza l’aiuto della sua grazia; io non devo scoraggiarmi per questo, ma rimanere saldo in un atteggiamento di umile fiducia. Senza la grazia non si può nulla, questo è vero, ma è anche vero che se questa mi mancherà sarà solo per colpa mia, perché non l’avrò chiesta con insistenza. Devo quindi diffidare di me stesso e non di Gesù: infatti come posso dubitare che Egli mi conceda la grazia, se ha versato per me il suo stesso sangue?
Colloquio – Mio Dio, poiché tu hai promesso di concedere le grazie a chi te le chiede, io mi umilio davanti alla tua maestà con il più profondo rispetto e ti supplico di concedermi la grazia di credere e di sperare in tutto ciò che tu vuoi che io creda e speri, e poi di agire con coerenza secondo la mia fede e la mia speranza.
O mio Gesù, io sono sicuro della tua bontà, ma ho paura della mia malizia. Non permettere che questa sia un ostacolo per te e mi impedisca di ottenere i tuoi benefici.
Pratica – Non faccio che lamentarmi perché penso che non mi sia concesso un valido aiuto soprannaturale per poter progredire verso la perfezione; sono io, invece, che respingo la grazia col mio attaccamento alle vanità di questo mondo.
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