Passione di Gesù
1 luglio -Punto III – Gesù è condotto davanti a Pilato
Gesù è condotto davanti a Pilato
Punto III – Nell’orto Gesù era stato legato da quei furfanti e condotto così da Anna e da Caifa; ora anche i capi dell’Ebraismo lo legano con nuove catene, affinché Pilato, nel vederlo carico di tanti legami, lo riconosca meritevole di morte e indegno di clemenza e di misericordia.
Il Salvatore è condotto per le strade con le mani, le braccia, il petto e il collo stretti da robusti vincoli, come fosse un malfattore. Era notte quando veniva condotto dall’orto alla casa di Anna, ora è giorno mentre è trascinato da Pilato.
Dappertutto molta gente sta a guardarlo, ma pochi lo compatiscono, perché Egli è stato diffamato per tutta la città come uomo turbolento, ribelle e bestemmiatore.
Riflessione – Osserva bene, anima mia, quest’Uomo-Dio: ha le mani sanguinanti strettamente legate dietro la schiena, il volto livido ed imbrattato di sputi, il capo scoperto e gonfio per le percosse. Guarda come, ad ogni passo, i Giudei lo maltrattino bastonandolo, tirandogli le corde, insultandolo atrocemente, nonostante sia già indebolito ed affaticato dai tormenti e dagli scherni continui, che ha subito durante la notte appena trascorsa. Eppure non si scorge in Lui nemmeno la più piccola traccia di fastidio, di tristezza o di sdegno, ma sul suo volto splendono la modestia, la dignità, l’umiltà e la pazienza. A chi giudicasse con superficialità, potrebbe sembrare che Gesù sia trascinato a forza davanti al tribunale del governatore, invece Egli va a consegnarsi nelle mani di Pilato di sua spontanea volontà, come già si era consegnato nelle mani di Caifa. Quanta carità, misericordia e degnazione per noi peccatori e per me più di tutti!
Colloquio – Ho compassione della tua umanità sofferente, Gesù che sei innamorato della mia anima; io, commosso, ti ringrazio per esserti lasciato stringere da tutti quei vincoli per sciogliere me dai legami dei miei peccati. Gesù, non mi basta, però, che tu spezzi queste mie catene, perché io voglio anche seguirti. Ma per farlo devo ancora ricorrere a te, che sei la mia strada e la mia meta, ed imitare la tua pazienza e la tua umiltà.
Dammi, dunque, Gesù mio, quelle grazie che hai meritato per me, affinché io abbia la forza di imitarti in tutto. Grazie per esserti già impegnato ad usarmi misericordia, quando hai dato ai Giudei la libertà di compiere ogni sorta di crudeltà sulla tua santissima Persona.
Pratica – Nella pazienza e nell’umiltà di Gesù c’è la regola generale per sciogliere molti dubbi di coscienza, senza dover fare tante ricerche. Me ne servirò per consigliare me stesso e gli altri.
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