Passione di Gesù
29 giugno – Gesù è condotto davanti a Pilato
Gesù è condotto davanti a Pilato
Punto I – Resa pubblica la sentenza di morte, l’assemblea decide di affidare Gesù al braccio secolare, consegnandolo a Pilato, pagano, governatore della Giudea.
Riflessione – Nulla avviene per caso, ma tutto si svolge come il Salvatore stesso aveva già disposto e predetto, affinché si manifestasse la sua immensa carità. Egli patisce per salvare non solo i Giudei allevati nel culto del vero Dio, ma anche i Gentili adoratori di idoli. Vuole perciò che sia gli uni che gli altri cooperino alla Passione, in modo che tutti ne assaporino il frutto. Quanto è grande l’amore divino che, con provvidenza sublime, ha disposto che siano tanti e di ogni genere i responsabili della sua morte! Dobbiamo riflettere poi su quanto sia stata utile alla Sapienza divina anche la malvagità dei Giudei. Essi infatti conducono Gesù in tutti i tribunali, sia religiosi che civili, credendo di nuocergli ancora di più col far conoscere a tutti il delitto di cui è accusato; invece diffondono maggiormente la sua innocenza, visto che non è mai stata riconosciuta vera alcuna accusa contro di Lui. Quanto più numerosi sono i giudici che lo condannano, tanto più Egli risulta innocente: è Lui che vince sempre, sconfiggendo il mondo con la verità, il demonio con l’umiltà e l’ira implacabile dei suoi nemici con la mansuetudine e la pazienza.
Colloquio – Quanti insegnamenti giusti e meravigliosi ci hai dato, Gesù, in ogni momento della tua santa Passione! Soltanto facendo come hai fatto tu, nelle persecuzioni si vince sempre; non col dare libero sfogo alle passioni, ma col praticare le virtù. A me non deve importare nulla di essere giudicato male dagli altri, quando la mia coscienza è retta davanti a Dio, che è il mio solo giudice. È vero che istintivamente provo dispiacere per i giudizi falsi o avventati che si fanno nei miei confronti, ma è altrettanto vero, e l’ho provato un’infinità di volte, che questa pena non diminuisce, anzi aumenta, se do spazio alla superbia, all’ira e all’odio.
Anima mia, desideri tu avere la tranquillità interiore anche in mezzo all’ostilità del demonio e del mondo, per servire Dio meglio e con tutto il cuore? Ascolta allora ciò che Gesù ti insegna con le sue parole e col suo esempio: “Imparate da me, che sono mite ed umile di cuore e troverete ristoro per le vostre anime” (Mt 11,29).
Mio misericordioso Salvatore, fa’ che io impari e metta in pratica questo tuo insegnamento; esso è utile non solo per conseguire la vita eterna, ma anche per avere una vita felice in questa valle di lacrime.
Pratica – Mi sforzerò di praticare l’umiltà, anche per vincere il mio peggior nemico: me stesso. È solo il mio amor proprio che mi agita, perciò non sarò mai tranquillo se non saprò essere umile.
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