Passione di Gesù
28 giugno – Penitenza di san Pietro dopo il peccato
Penitenza di san Pietro dopo il peccato
Punto VI – San Pietro, appena uscito dalla casa di Caifa, cominciò a piangere il suo peccato e, ritiratosi come Davide pieno di rossore e di vergogna, non cessò di versare lacrime fino a quando non fu avvisato della risurrezione di Gesù. Nel Vangelo si parla solo del suo pianto, ma possiamo immaginare in quanti altri modi l’Apostolo abbia espresso la veemenza del suo dolore: si sarà battuto il petto, avrà sospirato, gli saranno mancate le forze. Inoltre, per tutta la vita il ricordo del suo peccato sarà stato presente nel suo cuore contrito ed umiliato.
Riflessione – Questa è un’altra circostanza che è necessario tenere presente: la vera penitenza deve durare tutta la vita, anche se crediamo che Dio ci ha già perdonato. Nessuno ci chiede di caricarci di cilici, ma di ripensare di quando in quando alle nostre mancanze, perché il loro ricordo rinnovi il nostro dispiacere e ci mantenga umili. Inoltre, tale memoria ci aiuterà ad evitare ogni situazione di pericolo nel presente e ci renderà cauti per l’avvenire, riconoscendo che tutto viene da Dio, senza mai presumere di avere noi qualche virtù. Il Signore, però, vuole da noi anche l’offerta delle nostre pene in espiazione dei nostri peccati.
Colloquio – Mio Dio, le mie colpe meriterebbero l’Inferno, ma la tua misericordia continua ad essere benigna verso di me; accetta, come riparazione, anche le piccole offerte che ti faccio pur lamentandomi del loro peso. So che dovrei darmi da fare per riuscire a capire veramente che cosa significhi aver offeso te, unico e sommo Bene, ciò nonostante continuo a vivere in uno spregevole disimpegno.
Signore, toccami il cuore in profondità, in maniera che io mi scuota dalla mia inerzia e cominci a capire e ad amare la vera contrizione, la mortificazione, la preghiera e l’umiltà. Verbo Eterno, fammi degno di meritare quella grazia di penitenza che hai acquistato per me sul Calvario.
Pratica – Io ho offeso Dio in tre modi: col cuore, con la lingua, con le opere. Ebbene è proprio in questi tre punti che voglio impegnarmi nella mortificazione.
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