Passione di Gesù
14 maggio
Gesù al tribunale di Anna
Punto III – Il pontefice Anna continua il processo interrogando Gesù sulla sua dottrina, ma non lo fa per conoscere la verità e farsi guidare da essa per emettere il giudizio, ma solo per distorcerla e poi condannare l’imputato. Il divino Maestro, che conosce questa malvagia intenzione, soffre profondamente vedendo che la sua sapienza celeste è esaminata come sospetta e che la sua dottrina, scienza di vita eterna, è presa come pretesto per condannarlo a morte. Egli soffre e tace quando viene offesa la sua persona, ma non può sopportare che sia disprezzata quella dottrina che viene da Dio e da cui dipende la salvezza del mondo. Perciò sente il dovere di difenderla e risponde così: “Io ho sempre parlato in pubblico, dove ognuno ha potuto udirmi, e nessuno ha avuto motivo di riprendermi. Domanda a coloro che hanno ascoltato e ti riferiranno tutto quello che ho insegnato”.
Riflessione – Consideriamo la fermezza con cui Egli parla. In altre parole vuol dire che la sua dottrina è tanto vera che, per difenderla, si rimette alla testimonianza non degli Apostoli, suoi amici, ma degli stessi Giudei, suoi nemici mortali, sicuro che nessuno potrà mai intaccarla. Non si può dare una prova d’innocenza più irrefutabile che portare per testimoni gli stessi avversari.
Colloquio – Nel giorno del giudizio anch’io vorrei fare lo stesso e chiamare come testimoni in mio favore, non dico i demoni, che sono i miei nemici, ma almeno gli Angeli e i Santi miei protettori. Invece la mia stessa vita e le mie azioni leveranno la voce contro di me per accusarmi. In quel momento sarà angosciante sentire che vengono svelate davanti a tutti le mie colpe, che ora mi vergogno di dire anche al confessore, nonostante il segreto sacramentale.
Tu, Gesù, hai reso testimonianza alla tua dottrina con poche parole, perché sapevi che era vera, ma io non so proprio cosa potrò dire quando dovrò rendere conto di come l’ho osservata e professata. Credo che la tua dottrina sia vera, ma agisco come se non ci credessi, anzi come se fosse addirittura falsa, perché faccio l’esatto contrario di ciò che m’insegna. E così, insieme alle opere, anche la mia fede mi accuserà. Salvatore divino, io sono veramente colpevole, senza alcuna possibilità di giustificazione, perciò non mi resta che implorare la tua misericordia per i meriti della tua Passione; rispondi tu al posto mio davanti alla giustizia divina e offrile per me i tuoi patimenti.
Pratica – Gesù ha insegnato in segreto solo ciò che avrebbe voluto fosse proclamato anche in pubblico a gloria sua. Anch’io imparerò a non far nulla di nascosto di cui potrei vergognarmi qualora lo si scoprisse.
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