Passione di Gesù
10 Maggio – Punto V – Gesù è condotto dall’Orto alla casa di Anna
Gesù è condotto dall’Orto alla casa di Anna
Punto V – Seguiamo ora Gesù per le strade di Gerusalemme; è notte, ma ci sono tante fiaccole accese, per cui si può vedere molto bene il suo volto afflitto e il suo corpo massacrato a causa del trattamento disumano cui è sottoposto. I suoi aguzzini gridano e schiamazzano per segnalare a tutti che l’hanno catturato, fanno festa battendo le mani e vantandosi per il buon esito della loro ricerca. Lo deridono con parole di scherno e lo segnano a dito, soddisfatti di avere tra le mani Colui che dice di essere il Salvatore del mondo. Le porte e le finestre delle case sono piene di gente che sta a guardarlo con curiosità, ma non c’è nessuno che lo guardi con animo commosso e caritatevole.
Riflessione – In questa città Gesù aveva operato fino a poco tempo prima un’infinità di miracoli e predicato una meravigliosa dottrina. Ed ora il vedersi trascinare per quelle stesse strade in modo tanto disonorevole è per Lui una grande vergogna. Egli potrebbe mostrare la sua onnipotenza facendo tanti altri miracoli e manifestandosi a tutti nello splendore della sua gloria, ma, per guarire il nostro orgoglio, si comporta come se fosse un uomo miserabile; nasconde la sua Divinità per lasciare a noi un esempio di infinita pazienza. Tocca a me, ora, rientrare in me stesso per scoprire se sono più simile a Gesù o ai Giudei.
Colloquio – Gesù mio, in me non noto nulla che mi faccia assomigliare a te, vedo piuttosto tante misere passioni che mi rendono del tutto uguale ai Giudei; infatti come costoro anch’io tante volte mi sono vantato di aver offeso la tua Maestà divina e ho riso mentre avrei dovuto soltanto piangere. La crudeltà degli Ebrei era frutto anche della loro ignoranza, ma io non ho quest’attenuante, perché mi ritengo cristiano e, per grazia tua, anche tuo figlio, e so che sei il mio unico ed adorabile Salvatore. Non ci sono pene adeguate alla mia ingratitudine, tuttavia io invoco, mio Dio, la tua misericordia e aspetto che tu mi conceda la preziosissima grazia di amarti. Rendimi degno di provare un amore ardente per te, ed io canterò la tua gloria, ora e per tutta l’eternità.
Pratica – Mettendomi a confronto con Gesù, resterò confuso nel vedere Lui così umile e paziente e me, invece, tanto insofferente e superbo. Allora potrò solo implorare l’aiuto della sua grazia.
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