Passione di Gesù
5 maggio – Fuga degli Apostoli dopo la cattura di Gesù
Fuga degli Apostoli dopo la cattura di Gesù
Punto VI – Gli Apostoli fuggono impauriti, ma, come orfani che si vedono senza padre, ogni tanto, con gli occhi colmi di lacrime, si voltano indietro a guardare e a compatire Gesù loro Maestro e Padre. Il più addolorato di tutti è Pietro, ma fugge anche lui nonostante sia stato il più entusiasta e il più saldo nella fede. Egli da una parte vorrebbe fuggire perché ha paura dei pericoli che incombono, e dall’altra è trattenuto dall’amore che porta al suo Maestro; ed in questa tormentata perplessità, decide di seguirlo, ma da lontano.
Riflessione – Potrebbe sembrare lodevole il comportamento prudente di Pietro, che ha cercato di assecondare sia la sua compassione che il suo istinto; potrebbe apparire addirittura fervoroso e costante rispetto agli altri, che invece fuggono senza ripensamenti. Invece, dopo tutte le promesse fatte di seguire fedelmente Gesù fino alla morte dimostrandosi così più coraggioso di tutti, questo allontanarsi da Lui non è altro che l’effetto di una vergognosa tiepidezza, che fa soffrire Gesù e che sarà la causa di quelle tre cadute prima del canto del gallo, quando rinnegherà il suo divino Maestro.
Io ho in me stesso un esempio vivo di anima tiepida, sempre attratta da due poli opposti; vorrei anch’io, nel servizio di Dio, obbedire ai comandi dello spirito ed assecondare l’istinto, accontentando così sia la coscienza che la passione. Anch’io sarei disposto a seguire Gesù, ma da lontano, senza cioè scomodarmi ad imitarlo nelle sue virtù e senza dare alcuna importanza alla mortificazione evangelica, per sentirmi autorizzato a fare tutto quello che mi piace. Ma ragionando così, corro un serio pericolo: ben presto questa mia fragilità diventerà vera freddezza, e non passerà molto tempo prima che io faccia delle cadute mortali. Lo so perché l’ho già provato; devo decidermi, allora, ad uscire da questo stato pericoloso per la mia anima, per evitare altre disastrose esperienze.
Colloquio – Dio mio, dammi tu tanta forza di spirito non solo per starti sempre vicino e per non offenderti più, ma anche per imitarti alla perfezione. Tu sai che il mio amore per te è molto debole, perché mi lascio condizionare dal rispetto umano, dalle tendenze della carne e dalla mentalità del mondo; è per questo che inciampo e cado tanto spesso. Ma se tu, Gesù, aumenti il mio amore per te, potrò finalmente seguirti da vicino, osservando con fedeltà i tuoi comandi ed esercitando tutte le tue virtù. Finora non ti sei mai allontanato da me perché hai cercato di impedire la mia fuga, ma adesso avvicinati ancora di più, perché voglio abbracciarti e unirmi definitivamente a te.
Pratica – Io devo e voglio essere tutto di Dio. Ma non sarò mai tale fino a quando mi lascerò guidare da certi criteri del mondo ai quali io do il nome di moderazione e prudenza.
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