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Un cuore che accoglie…
Il nostro carisma vivo, presente ed attuale in questo mondo che continuamente cambia, consiste nel portare la Parola di Dio alle famiglie e alleviare le sofferenze morali, spirituali e, per quanto ci è possibile, anche materiali. Come di solito anche in questo mese, ci siamo impegnate nell’apostolato a promuovere attenzione, vicinanza e presenza presso le persone più bisognose. Ci aiuta in questo avere un cuore che sente, che vede, che batte, che accoglie l‘altro, senza distinzione e pregiudizio. Un’accoglienza che non teme di perdere tempo, sia quando esso si svolge nella nostra comunità o fuori di essa, nelle visite alle famiglie di Betlemme.
Accogliere, significa saper “perdere” tempo per stare vicino a chi soffre o a chi bussa e chiede aiuto. Prendiamo cura di questo “Cristo” e diventiamo con essi, i poveri, i bambini, i sofferenti una cosa sola. Papa Francesco, sottolineava nel suo messaggio per la Quaresima 2014, che in ogni epoca e in ogni luogo, Dio continua a salvare gli uomini e il mondo mediante la povertà di Cristo, il quale si è fatto povero per arricchirci. Qui a Betlemme, ce sono tanti poveri, però occorre uscire fuori per andare a trovarli nelle loro case.
Un aspetto molto importante nel nostro apostolato rappresenta l’accompagnamento spirituale. La realtà di Betlemme è molto complessa e la differenza di lingua non facilita la comunicazione. Ma l’importante è sempre di essere prima di tutto questo cuore che sente, batte, vede senza distinzione e pregiudizio. In Terra Santa, esistono tredici chiese (confessioni) tradizionali riconosciute dalle autorità civili, a parte i musulmani e gli ebrei. Ognuno deve rispettare la religione dell’altro perché fa parte della propria cultura. E’ in questa Terra che il Signore ci ha collocate, ed è qui che Egli ci chiede di praticare la carità, in modo concreto. Diventare pellegrine che cercano il suo volto nel volto di ogni uomo, nella Terra dove egli è nato, vissuto e morto. E’ qui che egli ci aspetta per abbracciarci nella persona dei bambini, dei più poveri che incontriamo. E’ nelle case che incontriamo le famiglie più povere, mute e chiuse in se stesse, che soffrono per le ingiustizie sociali, per l‘indifferenza. Qui testimoniamo ogni giorno con la nostra presenza, con la nostra vita, che Dio è presente, le ama, le cerca ed è sempre fedele alle sue promesse anche se sembra che non ci sia via d’uscita per loro. Il nostro compito è di raccogliere, di servire “i poveri”, i piccoli, quelli che soffrono nel corpo e nell‘anima perché sono destinatari privilegiati del Vangelo. Esiste anche un vincolo inseparabile tra la nostra fede e il nostro carisma, che è quello di essere “al servizio della Divina Misericordia” .
Per questo motivo, nel mese di aprile, abbiamo accolto nella nostra comunità una trentina di bambini delle famiglie più povere che visitiamo ogni settimana, per offrire loro la possibilità di prepararsi spiritualmente alla Santa Pasqua e di trascorrere insieme una giornata di gioia e di serena allegria. E questo grazie anche alla generosità di qualche benefattore.
Papa Francesco nell’Esortazione Apostolica “Evangelii gaudium” al n° 130 dice: “Lo Spirito Santo arricchisce tutta la Chiesa che evangelizza anche con diversi carismi. Essi sono doni di Dio per rinnovare ed edificare la Chiesa. Non sono un patrimonio chiuso consegnato ad un gruppo perché lo custodisca, piuttosto si tratta di regali dello Spirito integrati nel corpo ecclesiale, attratti verso il centro che è Cristo“.
Queste parole ci stimolano a perseverare con coraggio, con perseveranza, entusiasmo, amore e fedeltà nella nostra missione a Betlemme, vivendo il nostro carisma abbracciato per la Chiesa e dentro la Chiesa. In questo carisma palpita il cuore di San Pio da Pietrelcina e del nostro Padre Fondatore, P. Domenico Labellarte, suo figlio spirituale.
Sr Maria Liliana FILIN, AJC
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