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San Pio da Pietrelcina a Betlemme
Ricordare ogni anno l’anniversario della morte del nostro grande e venerato Padre Pio da Pietrelcina è doveroso per noi Suore “Apostole di Gesù Crocifisso”, anche se siamo all’Estero. San Pio rappresenta il nostro modello, attingiamo quotidianamente alla sua spiritualità: amore alla Parola di Dio, al Crocifisso, alla Madonna, alla Santa Messa. Lui è per noi un grande Padre.
Nella mattinata del 23 settembre, un canale della televisione arabo-cattolico (Telelumière) ha trasmesso un documentario sulla vita di San Pio da Pietrelcina, molte persone l’hanno guardato e sono state colpite dal suo messaggio, dalla sua testimonianza, e quindi sono stati maggiormente spinte a rispondere al nostro invito per onorarlo.
Nel pomeriggio, noi Suore “Apostole di Gesù Crocifisso” di Betlemme abbiamo organizzato un momento di preghiera con alcuni cristiani del luogo.
Erano una cinquantina le persone che hanno risposto al nostro invito e sicuramente a quello del Santo “festeggiato”! In pochi minuti, lo spazio della sala preparato a questo scopo si era riempito. Abbiamo iniziato con la recita del Santo Rosario, preghiera tanto cara al nostro venerato Padre Pio, che con cuore unanime abbiamo innalzato alla nostra Mamma Celeste: “Dove due o tre sono riuniti nel mio nome, sono in mezzo a loro” ( cfr. Mt.18, 20 ). In quest’ambiente semplice e accogliente, stava sicuramente il Signore che ascoltava le nostre povere preghiere insieme a quelle di questo popolo tanto provato.
Padre Pio stesso ci ha insegnato il valore della preghiera umile, perseverante e fiduciosa, lui che pregava sempre e ovunque. Quando qualcuno gli chiedeva aiuto, soleva dire: “Io non sono che un povero frate che prega”. Infatti, niente è più bello che dare lode al Signore mentre siamo immersi nella profondità del dolore! La preghiera c’infonde speranza, fortifica la nostra fede e ci apre la strada della vera carità, quella dell’unità, della comunione che parte da Cristo.
Al termine della recita del Santo Rosario, il canto d’ingresso annunziava l’inizio della celebrazione della Santa Messa. La melodia e le parole del ritornello, ben conosciute in altre lingue, si adattavano alla circostanza.
“ Trovare nella mia vita la tua presenza,
Tenere una lampada accesa,
Scegliere con te la fiducia,
Amare e sapersi amato.”
E’ stato questo il programma di vita di San Pio da Pietrelcina che noi siamo invitati a imitare.
Durante l’omelia, il celebrante ha sottolineato, con fervore e convinzione, le virtù di Padre Pio e soprattutto la sua vita fatta di preghiera, di sacrifici, di umiltà, dedita a Dio ed ai fratelli. I brani della liturgia della Parola della memoria di S. Pio ne delineavano i suoi tratti. Nella prima lettura (Gal 6,14-18), San Paolo s’esprimeva in questi termini: “ D’ora innanzi nessuno mi procuri fastidi: difatti io porto le stigmate di Gesù nel mio corpo” (cfr. Gal 6,17). Ogni cristiano palestinese può ripetere queste parole, come anche ognuno di noi. Non sono evidenti spesse volte, ma sicuramente molto dolorose perché sono le stigmate dell’Amore di Cristo che ha dato la sua vita per noi. La sofferenza e l’amore non hanno frontiera, sono senza patria, età, sesso, colore perchè essi hanno per sorgente il cuore ferito di Cristo. Questo amore esplodendo si è espresso in modo sublime nella grotta di Betlemme, sul Calvario e alla sua Resurrezione. Cosi egli si rivela a noi nel dolore, tramite la croce, dimostra il suo amore soprattutto ai “piccoli” ( cfr. Mt 11,25 ) e a “colui al quale il figlio lo voglia rivelare” ( cfr. Mt 11,27 ). Egli ha rivelato a San Pio da Pietrelcina il suo volto sfigurato, l’uomo dei dolori. Ad ognuno di noi, si fa conoscere tramite la croce.
Il Cireneo di tutti, colui che ha preso sulle sue spalle tutte le sofferenze dell’ umanità può aiutare questo popolo. Aiutarlo ad accettare ed offrire questa pesante croce, l’essere imprigionati nel corpo e nell’anima perchè privi di libertà (infatti le persone non possono uscire da Betlemme, a causa del muro, senza un permesso che è rilasciato raramente), questo porta la gente a chiudersi in se stessa.
Al termine della Santa Messa, il celebrante ha tracciato la figura di Padre Pio da Pietrelcina; ci ha invitato a seguire il suo esempio per la nostra conversione per incamminarci nella via della santità.
Abbiamo concluso l’incontro con un momento di condivisione fraterna in un ambiente familiare.
Nel congedarsi tanti hanno espresso il desiderio di ripetere questa esperienza l’anno prossimo; abbiamo vissuto intensamente questa giornata non senza emozioni. Sono momenti che non devono essere fugaci ma perdurare nel tempo affinché portino veramente frutti di pace, di conforto e di conversione.
E’ vero che questo gran Santo è molto conosciuto in tutto il mondo ma credo che, in modo particolare, oggi la Terra Santa ha molto bisogno del suo messaggio. Occorre per questo motivo diffondere sempre più la sua devozione insistendo sul valore della sofferenza, dell’umiltà, dell’amore.
Sr Maria Liliana Filin
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