Passione di Gesù
9 novembre – Punto II – Gesù è compatito dalle donne di Gerusalemme
Gesù è compatito dalle donne di Gerusalemme
Punto II – Gesù, carico della croce, vuole che tutti vedano quant’è cruda la sua sofferenza e provino compassione per Lui, vedendo anche con quanta pazienza Egli la sopporti; ciò nonostante dice alle donne di non compiangerlo. Parrebbe una contraddizione, ma non lo è; infatti Gesù vuole che si versino lacrime, ma non sulla sua Passione, bensì sui peccati che l’hanno provocata. Non si pianga, quindi, per il Salvatore che patisce, ma per il peccatore, causa di quei patimenti; e questo vale anche per le pie donne e per i loro figli.
Riflessione – Gesù cerca ed aspetta che noi proviamo compassione per le sue sofferenze, però desidera che a questo siamo spinti dallo stesso motivo che fa soffrire Lui, cioè i nostri peccati.
“Piangete pure – dice anche a noi – ma solo perché vado a morire per voi, per espiare i peccati da voi commessi. Vi ringrazio perché mi dimostrate amore, ma preferisco che vi preoccupiate soprattutto delle vostre anime e di quelle del prossimo; ricordatevi che ciò che soffro per i vostri peccati avrà fine, ma le pene minacciate ai peccatori saranno eterne”.
Fermiamoci ancora un po’ su quello che deve essere il motivo del nostro pianto e sull’invito di Gesù. Esprimendosi così, come ha fatto con le donne, Egli vuole insegnarci ad esercitare il nostro zelo prima verso di noi, cercando di fare un profondo esame di coscienza, e poi verso gli altri. E questo insegnamento è rivolto soprattutto a me che sono il peggiore di tutti, visto che non provo alcun dolore per le mie miserie. Sono assai facile a fare lo zelante con gli altri, ma non mi preoccupo affatto per me che sono il più vizioso di tutti. Vedo le pagliuzze negli occhi altrui, ma non vedo la trave che mi opprime. Certi difetti leggeri negli altri mi appaiono gravi, mentre le colpe che commetto io, anche se sono veramente gravi, le considero cose da nulla. Vorrei vedere tutti convertiti, ma a pentirmi e a cambiarmi neppure ci penso.
Colloquio – Sento, Gesù, la tua voce che mi invita a piangere sulla mia anima. Tu conosci il mio male e possiedi il rimedio per guarirlo, abbi misericordia e degnati di usarlo. Amare te sopra ogni cosa è l’unica medicina valida; tutto il bene che posso volere per la mia anima è quello di piacere e di ubbidire a te, per vivere immerso nel tuo amore per tutta l’eternità.
Pratica – La regola della carità e dello zelo è questa: rendere fruttuosa la Passione di Gesù prima per se stessi e poi per gli altri. Cercherò di fissare bene nella mente e nel cuore questa lezione che il Salvatore mi ha dato sulla strada che porta al Calvario.
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