Passione di Gesù
9 gennaio – Punto II – Gesù alla cena di Betania
Gesù alla cena di Betania
Punto II – Uno di coloro che criticano la Maddalena è Giuda, il quale, avendo in consegna le elemosine per il mantenimento della famiglia apostolica ed essendo solito rubarle, freme di rabbia per non aver avuto in consegna anche quel balsamo, che avrebbe potuto vendere a caro prezzo, per appropriarsi poi di buona parte del ricavato; e fin da quel momento comincia a progettare il tradimento di Gesù per rifarsi del furto progettato, ma non riuscito.
Riflessione – Qui vediamo come lo stesso balsamo, che per la Maddalena era stato un mistero di santità, sia per Giuda motivo di malvagità: egli si serve, per dannarsi, dello stesso mezzo che lei aveva utilizzato per salvarsi.
Quello sventurato non comincia ora a perdersi, perché è già abituato al furto; ed è a causa di questo vizio, contratto per avidità di denaro, che non inorridisce al pensiero di tradire il suo Maestro.
Ma dobbiamo osservare anche come si comporta Gesù, che conosce tutta la malizia di Giuda; Egli non lo scaccia dal collegio apostolico, né respinge la sua compagnia, ma lo sopporta con pazienza e con dolore. Che cosa dobbiamo imparare dall’esempio di Giuda e da quello di Gesù?
Colloquio – Troppe cose io uso per offendere Dio, mentre dovrei farle servire come mezzi per onorarlo. Come mi servo del mio corpo? E dell’anima? Io vivo veramente in uno stato di grande disordine. Mio Dio, tutto in me dovrebbe emanare profumo di virtù e di buon esempio per il mio prossimo; invece provoco disgusto per la mia malvagità.
Gesù mio, se non merito di amarti come la Maddalena, concedimi almeno la grazia di non tradirti come Giuda. Fammi conoscere la mia passione dominante e aiutami a mortificarla, affinché non diventi per me un mezzo di perdizione. Spero nel tuo aiuto ed ho fiducia che la mia speranza non sarà delusa.
Tu, mio Salvatore, tra i tuoi Apostoli, hai voluto averne uno che, amareggiandoti continuamente, ti desse l’occasione di esercitare la pazienza; io imiterò questo esempio quando dovrò convivere con persone antipatiche e fastidiose.
O Gesù, quali estremi tra te e me! Tu che sei il Santo sopporti Giuda, uomo diabolico; ed io, che nei miei tanti difetti ho bisogno di essere compatito e sopportato da tutti, so accettare solo coloro che mi vanno a genio. Vedo dappertutto antipatia, avversione, attenzioni indiscrete, e per ogni poco mi scandalizzo e mi turbo; vorrei che gli altri si adattassero al mio umore, quando io non so adeguarmi al loro. Com’è orgoglioso ed inquieto il mio spirito! Gesù dolcissimo, insegnami tu a sopportare il mio prossimo, senza finzioni, ma con sincera carità cristiana e per amore di Dio.
Pratica – Riterrò più utile trattare con amore chi mi è poco gradito, che fare dure penitenze corporali. È un grande merito sopportare tutti con pazienza per mantenere la carità fraterna.
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