Passione di Gesù
9 dicembre – Punto II – Gesù si duole di essere abbandonato
Gesù si duole di essere abbandonato
Punto II – “Mio Dio, mio Dio, perché mi hai abbandonato?”. Queste sono le parole che Gesù dice ad alta voce sul Calvario. Ma Egli non si lamenta perché crede che la divinità si sia separata da Lui: l’unità delle sue due nature, divina e umana, nell’unica Persona del Verbo è sempre intatta e il Padre non si è mai separato dal Figlio. Si lamenta solo come uomo; infatti alla sua umanità sofferente è parso per un attimo di essere rimasta senza aiuto e senza conforto. Geme perché tutti sappiano che la sua sofferenza non è più lieve perché Lui è Dio, anzi, proprio perché è Dio il patire è più forte, non essendo mitigato neppure da una stilla di consolazione divina.
Riflessione – Nessuno può capire i grandi misteri contenuti in questa esclamazione del Salvatore, che non possiamo definire lamento, ma lezione divina. Gesù soffre questo apparente abbandono che è un inasprimento della giustizia divina, affinché la misericordia non abbandoni noi. Geme mostrando le sue piaghe all’Eterno Padre non per sé, quindi, ma per noi, perché non ci succeda mai di essere lasciati dalla grazia. Egli vede che la sua Passione, pur bastando per tutti, porterà beneficio solo a pochi. Ed è proprio questo ciò che lo addolora: ritrovarsi solo con pochi eletti, mentre molti reprobi hanno voluto rimanere tali.
Colloquio – Gesù, dolce ed amoroso, temo di essere anch’io tra coloro che ti hanno tanto amareggiato, tra quei reprobi che hanno procurato alla tua Passione il più duro tormento. La mia cattiveria, infatti, è troppo grande perché io non sia preso da questo timore. Quante volte con i miei peccati ho meritato di essere abbandonato da te, sia in vita che nell’eternità! Anche ora con la mia riprovevole tiepidezza meriterei questo castigo; tuttavia, Gesù, mi tengo stretto alla tua croce, perché solo qui posso sperare di ottenere la tua pietà. Signore, mi rammarico per le mie colpe ed anche per non aver tratto profitto dalla tua Passione, soprattutto col trascurare i Sacramenti. Ti prego, assistimi con la grazia che hai meritato per me. Non mi abbandonare mai, specialmente nell’ora della mia morte, affinché, sia in morte che nell’eternità, io possa finalmente amarti tanto da rimanere unito a te da legami indissolubili.
Pratica – D’ora in poi avrò paura che Dio mi abbandoni. E lo farà se resisterò ancora alla sua grazia; per questo starò molto attento a non commettere più alcun peccato, perché l’essere abbandonati da Lui equivale ad essere irrimediabilmente perduti.
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