Passione di Gesù
9 agosto – Punto II – Pilato paragona Gesù a Barabba
Pilato paragona Gesù a Barabba
Punto II – I Giudei non accettano affatto che Pilato continui a dichiarare Gesù innocente. Il governatore, nonostante sia pagano, dimostra di amare la giustizia più di coloro che sono i fanatici custodi della legge divina; ma accorgendosi che quegli empi non sono più capaci di ragionare tanto sono dominati dall’odio, cerca una soluzione che soddisfi ambo le parti. Egli era solito concedere in occasione della Pasqua la libertà a un prigioniero scelto dagli stessi Giudei; così ora propone di liberare Gesù, se non proprio per giustizia perché è innocente, almeno come colpevole graziato, secondo l’antica usanza istituita in memoria del popolo ebreo, liberato dalla schiavitù dell’Egitto. Anzi, per avere più possibilità di successo, Pilato propone insieme a Gesù un tale chiamato Barabba, che per le sue scelleratezze si era fatto odiare da tutti, e dà ai Giudei la facoltà di scegliere l’uno o l’altro, sicuro che questi si vergognerebbero di domandare la grazia per Barabba.
Riflessione – Benché siano buone le intenzioni del giudice, grande è il disonore che questi procura al Figlio di Dio, mettendolo sullo stesso piano di un delinquente comune. Gli si sarebbe fatto un grande torto anche mettendolo a confronto con il più alto degli angeli; infatti a nessuno degli spiriti angelici l’Eterno Padre ha detto: “Tu sei mio Figlio, siedi alla mia destra”. Possiamo immaginare, perciò, quale umiliazione subisca Gesù ora che viene fatto competere con il più grande ribaldo della città. Tuttavia la sopporta con spirito sereno, per rafforzare in noi la pazienza e per liberarci, col suo esempio, dall’eccessivo timore del disprezzo del mondo.
Colloquio – Redentore nostro, quanto è adorabile la tua pazienza! Quando Erode ti ha insultato ritenendoti pazzo, ti ha attribuito solo un difetto di natura che può benissimo stare insieme all’innocenza; ma che ora tu venga esposto al giudizio di una volgare plebaglia, che deve decidere chi sia il delinquente che merita di essere condannato a morte, se tu o Barabba, questo è veramente il disonore più raffinato che viene fatto alla tua santità. Gesù mio, quando imparerò una buona volta ad amare le umiliazioni che tu hai reso gloriose prendendole su di te? Correggi col tuo spirito le mie sciocche opinioni ispirate dall’orgoglio, e mi sarà facile diventare paziente; se imprimerai nel mio cuore il tuo esempio, non mi vergognerò più dei disonori del mondo, anzi, me ne vanterò.
Pratica – Può darsi che talvolta mi si attribuisca malizia in certe cose dove, per divina misericordia, non c’è affatto. Saranno occasioni per accettare con gioia le umiliazioni come ha fatto Gesù.
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