Passione di Gesù
8 giugno
Gesù è schernito nella casa di Caifa
Punto X – Al momento della cattura di Gesù, non tutti i suoi lo avevano abbandonato; infatti fu seguito, anche se da lontano, da Pietro e da un altro discepolo che si crede fosse san Giovanni. Questi, entrato nella sala del sommo sacerdote, poté vedere tutto ciò che succedeva al suo Maestro; ed è logico pensare che sia andato poi ad informare la Vergine Santissima.
Riflessione – Considera, anima mia, l’angoscia della Madre di Gesù mentre, col cuore trafitto, ascolta Giovanni che le riferisce tutto ciò che in quella notte è stato fatto contro il suo dilettissimo Figlio, cominciando dall’orto del Getsemani e continuando poi nella casa di Anna e in quella di Caifa. Sospira e geme la povera Madre come se vedesse quello che le viene narrato, e parla con parole mozze, ora col Figlio, ora con gli Angeli. Un sudore ed un pallore di morte le velano il volto, segno esteriore di quello spasimo che, secondo la profezia di Simeone, come una spada le trafigge l’anima. Ma non si agita, né si adira, ma si conforma pienamente al Figlio, conoscendo per ispirazione divina ciò che Lui guadagna con le sue sofferenze. Adora il progetto della redenzione del mondo e di nuovo lo accetta umilmente, e, come ha già fatto nell’Incarnazione, ripete: “Ecco l’ancella del Signore: si adempia in me il suo volere”. Vuol praticare in maniera eroica le virtù di suo Figlio, prendendo su di sé, con la forza della sua amorosa partecipazione, tutte quelle sofferenze per offrirle all’Eterno Padre.
Colloquio – Madre mia, quanto sono debitore a te che sei la più benedetta e la più addolorata delle madri! Mi vergogno perché ricambio con l’ingratitudine il tuo amore, non provando neppure un po’ di compassione per i tuoi dolori, mentre tu li hai sopportati per me. Tu vedi come sono insensibile, perciò aiutami e concedimi almeno un po’ del tuo amore, perché io riesca a piangere per la Passione di tuo Figlio. Io devo piangere, io che sono quel peccatore per cui Gesù soffre, non tu che sei immacolata ed innocente. Madre di misericordia, se io non so compatirti, almeno tu compatisci me e rivolgi il tuo sguardo pietoso sulle mie miserie spirituali che sono veramente grandi.
Pratica – Ho già scelto Maria Santissima come mia avvocata, ma ora voglio affidarmi di nuovo a Lei in maniera tutta speciale, affinché mi conceda le grazie necessarie per poter meditare con frutto i patimenti di Gesù.
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