Passione di Gesù
8 febbraio – Punto I – Zelo di Gesù per la conversione di Giuda
Zelo di Gesù per la conversione di Giuda
Punto I – Gesù sa del tradimento di Giuda ed è profondamente addolorato per la miseria morale del suo Apostolo, corrotto dalla malizia del diavolo; per questo adopera amorosamente ogni mezzo per convertirlo. Dopo averlo onorato facendolo intervenire insieme agli altri Apostoli alla sua cena pasquale, benché ne fosse indegno, si prepara anche a lavargli i piedi; e non è inverosimile che il Maestro, medico celeste che si preoccupa innanzitutto del malato più grave, abbia cominciato proprio da lui.
Riflessione – É impossibile non ammirare in quest’azione la grandezza della clemenza divina, mossa a pietà da un’anima che si getta a capofitto nel male. Contempliamo il Figlio dell’Altissimo che, inginocchiato a terra, prende con le sue sacre mani i piedi sudici di Giuda, li lava, li asciuga e se li stringe al petto teneramente.
L’evangelista Giovanni prima descrive l’orribile sacrilegio del tradimento che il demonio ha posto nel cuore di Giuda, e poi, quasi spaventato, narra fino a che punto si sia abbassato il Re della gloria, facendosi servo del suo traditore, per dare a costui una testimonianza del suo infinito amore. Ma Gesù, mentre lava i piedi a questo Apostolo che è ormai tale solo di nome, quali altri mezzi non avrà usato per lavargli anche l’anima assai più sporca? Non si sa che cosa gli sussurri nel cuore con segrete ispirazioni, ma si può credere che lo preghi con ardente carità per convincerlo a rinunciare a quell’inganno malvagio. Ciò nonostante quell’ingrato non s’intenerisce davanti a quel prodigio d’umiltà che rende attoniti anche gli Angeli, e neppure approfitta degli amorosi richiami di un Dio umiliato che lo supplica prostrato ai suoi piedi.
Colloquio – Mio dolce Gesù, non so che cosa devo fare prima, se ammirare la carità e l’umiltà che hai usato verso un misero peccatore, oppure riflettere sull’arroganza e sulla caparbietà di chi ti ha tradito. Quante volte anch’io come Giuda ho dimostrato di avere un cuore duro, perché ho resistito alle tue vibranti e soavi chiamate! Mio Dio, ora mi pento della mia volontà ribelle ed ostinata; dammi tu un altro cuore, un cuore tenero e amoroso che si arrenda docilmente alle tue sante ispirazioni. Io non saprò mai ascoltare nessuno, se non riesco neppure ad udire la voce di un Dio che mi chiama, m’invita, mi spinge al bene e vuole donarmi la sua grazia in questo mondo e la sua gloria nell’altro.
Pratica – Offrirò a Dio il mio cuore e la mia volontà non più ribelle ed ostinata, ma disposta ad ubbidire ai suoi richiami e a seguire il suo esempio.
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