Passione di Gesù
6 maggio
Gesù è condotto dall’Orto alla casa di Anna
Punto I – Difficilmente un malfattore, caduto nelle mani della giustizia, fu trattato dagli sgherri con tanta crudeltà come fu trattato Gesù dai Giudei. Essi giudicano il Figlio di Dio un mago in combutta con il diavolo e temono che per azione diabolica possa fuggire, se non viene tenuto sotto stretta custodia. Anche Giuda aveva già raccomandato loro di usare ogni precauzione nel prenderlo, e di legarlo stretto con corde e catene per impedirgli di scappare. Invece, mentre i Giudei si agitano intorno a Gesù, furiosi come cani arrabbiati, Egli si comporta come un agnello mansueto, proprio come i Profeti avevano annunciato.
Riflessione – Sono innumerevoli gli atti di virtù che Gesù esercita in mezzo al furore dei Giudei, che sembrano proprio dei leoni inferociti.
Guardalo, anima mia, Lui, l’Onnipotente, il Santo dei santi, trattato come se fosse il più scellerato degli uomini e il più incapace a difendersi. Egli gira lo sguardo intorno per vedere se c’è qualche suo discepolo che lo segue per confortarlo ed aiutarlo, ma non ne trova neanche uno. Dove sono gli Angeli che lo avevano servito nel deserto? Dove sono gli Apostoli e le folle che lo avevano acclamato come un grande profeta? Non c’è nessuno che parli o faccia qualcosa per Lui, non c’è neppure sua Madre, la Vergine Santissima. Se rifletto un momento, capisco benissimo il motivo per cui Gesù si trova in questa situazione: perché lo ha voluto Lui, spinto dall’amore che prova per me. Di che cos’altro posso ancora aver bisogno per decidermi a convertirmi?
Colloquio – Quanto sono obbligato, Gesù, alla tua infinita carità! I maltrattamenti che ti vengono fatti erano dovuti ad un peccatore ostinato quale io sono, come castigo delle colpe con cui ho offeso la tua Maestà divina. E tu, che sei il giusto e l’innocente per eccellenza, hai accettato tutto per amore di una creatura ingrata e ribelle, che ha continuato per tanto tempo ad offenderti, anche dopo essere stata da te redenta. Ti prego, aiutami a non offenderti più, ad amarti, a compatirti e a ringraziarti almeno per quanto è mio dovere fare. Concedimi di pentirmi dei miei peccati, se non altro vedendo la tua grande dolcezza così poco riamata dalla maggior parte degli uomini, me compreso.
Pratica – Il mio amore verso Gesù deve consistere nell’imitare il suo esempio. Non mi ribellerò nelle cose che non gradisco e che sono contrarie alle mie inclinazioni e sarò paziente e mansueto nel sopportare i torti e le avversità per amor suo.
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