Passione di Gesù
5 luglio – Punto I – Impenitenza e disperazione di Giuda
Impenitenza e disperazione di Giuda
Punto I – Dopo aver ritirato il denaro pattuito, Giuda non si allontanò molto da Gesù perché voleva aspettare la conclusione del processo; era convinto che il Maestro fosse perfettamente in grado di confondere i suoi accusatori, perciò, dopo la sua assoluzione, avrebbe potuto godersi in pace il suo guadagno. Rimase invece turbato quando si accorse che Gesù non aveva alcuna intenzione di difendersi e che sopportava tutto con pazienza e mansuetudine; e quando vide che lo conducevano da Pilato, capì che sarebbe stato condannato. Allora fu preso dalla tristezza e si allontanò tormentato dal rimorso.
Riflessione – Giuda conobbe la gravità del suo peccato solo dopo averlo compiuto e se ne rattristò profondamente, anche perché il demonio lo tormentava per farlo precipitare nella disperazione.
Il nemico infernale fa così con tutti: prima mostra il peccato come fonte di piacere per la carne, e poi, quando lo si è commesso, ne rivela tutta la mostruosità, per riempire l’anima di vergogna, per farla cadere nella disperazione e toglierle ogni desiderio di rialzarsi.
Colloquio – Se Giuda, dopo aver visto la scelleratezza del suo gesto, invece di farsi prendere dallo sconforto, avesse rivolto lo sguardo a te, Gesù, implorando il tuo aiuto e il tuo perdono, ben diversa sarebbe stata la sua sorte! Io invece voglio innalzare a te il mio sguardo e supplicarti di concedermi la grazia che ritieni necessaria perché io mi sollevi dallo stato in cui mi trovo; fa’ che io, dopo aver preso coscienza della quantità e della gravità dei miei peccati, non mi avvilisca, per non rischiare di cadere nella disperazione. Concedimi inoltre che la consapevolezza delle mie colpe aumenti la mia umiltà, affinché io possa offrirti un sincero pentimento ed un’efficace riparazione. Per i tuoi eletti anche il peccato può concorrere al loro bene, perché la caduta li rende più umili e più cauti. Per la tua gloria concedi anche a me questa consolazione, in modo che io non ti offenda mai più.
Pratica – La tristezza che provo per i miei peccati se mi guida a Dio, è dono di Dio, ma se mi allontana da Lui è un inganno diabolico. Dovrò perciò analizzare bene i sentimenti che provo quando penso alle mie colpe.
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