Passione di Gesù
5 febbraio – Punto V – Istituzione del SS.mo Sacramento
Istituzione del SS.mo Sacramento
Punto V – Per un altro motivo Gesù ha istituito l’Eucaristia sotto le specie del pane piuttosto che di qualsiasi altro cibo. Il pane si fa con i grani di frumento raccolti, ridotti in farina e impastati insieme: esso quindi è un bel simbolo di quell’unione, di quella pace e carità che devono avere fra di loro i fedeli di Cristo. Anche per questo ci ha comandato che, nell’accostarci all’altare, se non siamo uniti in carità con i nostri fratelli, dobbiamo prima andare a riconciliarci con loro e poi venire a comunicarci. Il suo Sacramento d’amore non può essere ricevuto da un’anima che prova rancore.
Riflessione – Il termine stesso di “comunione” esprime questo significato; esso è composto da due parole: comune-unione, perciò non significa soltanto unione di Cristo con l’anima, ma anche unione comunitaria tra noi e il nostro prossimo; di conseguenza chi non vive unito e in pace con tutti non si comunica veramente. La santa Eucaristia è il mistero della carità fraterna, ed è proprio sulla carità che principalmente si basa lo spirito del cristianesimo. Ma siccome questa non può esistere senza l’umiltà, dobbiamo vedere nell’Eucaristia anche la più importante prova dell’umiltà di Gesù. Infinita era stata la sua umiltà nell’Incarnazione, quando aveva nascosto la sua grandezza sotto spoglie umane, grandezza che non può essere contenuta neppure dall’immensità dell’universo; ma è ancor più profonda nell’Eucaristia, dove la Divinità e l’Umanità si nascondono sotto le specie del pane e del vino. L’Uomo-Dio, colui che nutre di gloria gli angeli, si è abbassato tanto da trasformarsi in cibo per gli uomini.
Colloquio – Infinite volte nella Comunione devo ripetere di cuore: “Domine, non sum dignus”, per dirti che mi riconosco indegno di riceverti, mio buon Gesù. Tu ti sei umiliato assumendo l’apparenza esteriore del pane, io invece, che sono un’infima creatura, non desidero altro che apparire. Ma ora voglio fare il possibile per imparare ad essere umile convincendomi del mio nulla, così potrò finalmente considerarmi tuo discepolo. Gesù mio, che dall’Eucaristia effondi dappertutto raggi di umiltà e di carità, degnati di concedermi almeno quel tanto di umiltà che mi è necessario per vivere in carità con il mio prossimo. Confesso le mie mancanze passate, frutto della mia superbia e del mio egoismo. Signore, abbi pietà di me e sostienimi con la tua grazia. A te ora sacrifico i miei puntigli e i miei risentimenti; a te offro il mio cuore: rendilo pronto ad amarti in maniera perfetta e ad amare per amor tuo anche il mio prossimo.
Pratica – Prima e dopo la Comunione farò atti di umiltà, riconoscendomi indegno di un dono così grande, e atti di carità, riproponendomi di vivere in pace con tutti, almeno per quanto sta in me.
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