Passione di Gesù
31 marzo – Punto V – Agonia di Gesù nell’orto del Getsemani
Agonia di Gesù nell’orto del Getsemani
Punto V – Quello che fa agonizzare Gesù non è tanto la morte, quanto il dover morire in croce, supplizio che in quei tempi era il più crudele e il più vergognoso di tutti, perché veniva inflitto ai peggiori delinquenti.
Un principe che deve essere giustiziato dai suoi nemici può accettare con coraggio la sentenza, a patto di morire decapitato, perché non potrebbe sopportare l’umiliazione di essere impiccato sulla forca. Gesù, perciò, deve fare una doppia violenza su se stesso: la prima per consegnarsi ubbidiente alla morte ormai decisa, e la seconda per accettare di morire proprio sulla croce. A questo sforzo sovrumano bisogna quindi attribuire il suo stato di agonia.
Riflessione – Potrebbe sembrare che la Passione non procuri tanta pena a Gesù, visto che Egli la sceglie e la vuole liberamente. Proviamo a pensare ad un ammalato che viene sottoposto ad un intervento chirurgico: questi non può sentire di meno il dolore del taglio o della bruciatura per il solo fatto di aver dato il suo consenso. Gesù patisce perché vuole patire, ma ciò non lo rende insensibile al dolore, anzi soffre di più perché sa che maggiore è la sofferenza, più abbondanti sono la redenzione umana e la soddisfazione divina; inoltre vuole dare a noi un eccellente esempio di fortezza.
Colloquio – Se io potessi entrare nel tuo cuore, Gesù mio, sono sicuro che in esso vedrei scolpito ogni istante della tua Passione. Di queste sofferenze che tu provi nell’anima non sono responsabili i Giudei, ma soltanto io con i miei numerosi e gravi peccati. Sono io che veramente ho crocifisso e tormentato il tuo dolce cuore che è acceso d’amore per me e verso il quale ho infiniti debiti di riconoscenza.
Cuore amabilissimo di Gesù, ti assicuro che mi dispiace tanto di aver contribuito alla tua agonia e ti chiedo perdono per le mie colpe. So di essere tenuto ad amarti più di chiunque altro e vorrei tanto riuscire a farlo, ma il mio cuore è debole e tiepido.
Mio buon Gesù, concedimi tutto l’amore che tu vuoi che io provi; aiutami ad amarti tanto da riuscire ad ubbidirti in tutto e sempre fino al mio ultimo respiro.
Pratica – Io non so di che morte dovrò morire, ma mi rassegno a qualunque essa sia, e prego Dio di concedermi di vivere e di morire nella sua grazia e nel suo amore.
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