Passione di Gesù
30 ottobre – Punto II – Gesù s’incammina con la croce al Calvario
Gesù s’incammina con la croce al Calvario
Punto II – Dobbiamo analizzare l’atteggiamento di Gesù e quello dei Giudei in questo percorso lungo le strade della città per arrivare al Calvario. Gesù fa uno sforzo enorme a portare la croce, perché a stento può reggersi in piedi, indebolito com’è dalle torture subite e dalla perdita di tanto sangue; le sue spalle sono rotte dai flagelli e il suo corpo è tutto pesto e dolorante. Quante volte la croce urta contro la corona di spine, generando nuovi e più atroci spasimi, e quante volte, sfinito, soccombe sotto il suo peso! E non c’è nessuno che provi compassione per Lui, anzi, invece di un aiuto, riceve ancora pugni, calci ed insulti. Alcuni lo trascinano avanti con le corde che gli stringono il collo ed i fianchi, altri lo spingono da dietro con bastoni e lo punzecchiano con aste, altri ancora gli saltano addosso tormentandolo in vari modi. I responsabili di tutto questo esultano nel vederlo deriso da tutta quella marmaglia e costretto a portare, al posto dello scettro, lo strumento del suo supplizio; e con alterigia dicono: “Impari a voler essere un re!”.
Riflessione – Con gli occhi della pietà e della fede ammiriamo la sublimità di questo mistero: la croce, che prima era considerata vera abiezione, ora è la gloria della nostra religione. E ammira ancor di più, anima mia, la carità di Gesù che si rivela così ardente proprio sotto la croce, soffrendo in una maniera straziante per la nostra salvezza. Accompagnalo nel suo cammino con la tua compassione, perché nessun figlio, sentendo dire che suo padre è condotto alla forca, può fare a meno di sospirare e di piangere.
Colloquio – Mio buon Gesù, tu sei il più amoroso e il più amabile di tutti i padri; da te ho ricevuto la vita e sei tu che me la mantieni. Se io fossi stato presente a Gerusalemme e avessi assistito alla tua Passione, non avrei certo potuto vederti così prostrato senza piangere, non fosse altro che per un generico senso di umanità. Ed ora, che posso meditarla in profondità nel mio cuore, perché rimango insensibile e i miei occhi sono asciutti? Mio dolce Salvatore, fammi assaporare le tue sofferenze, la tua carità, la tua pazienza, affinché io possa piangere di compassione e di gratitudine per poi amarti ed imitarti. Poiché sei sempre tu che ispiri le nostre preghiere, abbi anche la bontà di esaudirle.
Pratica – Devo ripropormi di compiere qualche atto particolare di umiltà, di pazienza, di carità, poiché queste sono le virtù che Gesù mi raccomanda mentre porta la croce.
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